Vittoria Puledda

L a stagione assembleare non è ancora finita – mancano Pirelli e A2a, dove peraltro sono già state presentate due liste da parte degli azionisti comuni, oltre alla lista di minoranza degli investitori istituzionali ma il successo è già totale, su tutta la linea: è salita praticamente sempre la percentuale di voti presi a sostegno delle proprie liste di candidati, (con punte del 50% dei presenti, nel caso di Telecom) e con molte “prime volte”: Brembo, Buzzi, Gtech, in parte Autogrill (alla precedente tornata c’erano solo membri del collegio sindacale) ma anche Terna e Mediolanum, tutti casi in cui sono stati eletti rappresentanti del mercato che prima non c’erano. Insomma, per gli investitori istituzionali – in Italia coordinati per questa attività da Assogestioni – è stata la prova della maturità, in queste 12 assemblee che si sono già svolte e in cui hanno fatto confluire sulle proprie liste voti sufficienti ad eleggere 29 consiglieri e 18 sindaci. Minoranza, certo, ma ultra-presente e molto organizzata: basta girare lo sguardo alla tornata di rinnovi di cariche del 2010, per verificare come è cresciuto il loro peso. Prendiamo ad esempio Generali, dove avevano avuto il 20% dei voti e ora sono al 40% (per la scelta di un sindaco) oppure in Enel, dove i rappresentanti del risparmio gestito sono stati votati dal 39% del capitale presente, mentre nel 2010 avevano avuto il placet “solo” del 7% dei presenti. Un errore materiale nelle procedure di voto

ha “sporcato” l’esito, per quanto riguarda il collegio sindacale, del voto in Ansaldo Sts, dove il rappresentante dei fondi è passato, ma con una maggioranza apparentemente ben più ridotta rispetto alla lista di candidati per il consiglio di amministrazione; però si è trattato appunto di una svista, verbalizzata in questo senso dal notaio. Fa parzialmente eccezione Finmeccanica, che nella precedente tornata assembleare aveva coagulato il 38% dei voti sulla lista Assogestioni, mentre stavolta ha avuto il 35%, ma lo scarto è minimo e il dato in valore assoluto più che rilevante. Vari fattori hanno contribuito a questo risultato: il crescente peso che ha il risparmio gestito nelle società italiane, una maggiore sensibilità alle minoranze e, probabilmente, anche una qualità – riconosciuta anche all’estero – dei candidati selezionati da Assogestioni: i fondi internazionali, Blackrock ma non solo, sono sempre più presenti nelle assemblee delle principali società quotate e in genere votano compatti, seguendo le indicazioni fornite dai grandi proxy advisor che utilizzano (a volte più d’uno). Non è accaduto proprio sempre: ad esempio un anno fa la lista Assogestioni a Intesa Sanpaolo ha avuto solo il 9% dei voti (contro il 15,5 del 2010, proprio per le polemiche che avevano accompagnato la selezione dei candidati). Sul versante opposto il caso Telecom, che ha visto l’adesione massiccia dei voti delle minoranze sulla lista Assogestioni. Che in realtà proprio “di Assogestioni” non è: il Comitato gestori, presieduto da Marco Vicinanza (Arca sgr) infatti coordina e segue da vicino il lavoro di un cacciatore di teste specializzato, che propone una rosa di professionisti da cui viene poi fatta la selezione finale dei nomi da mettere nelle varie liste. Ovvio però che il ruolo di Assogestioni non è né irrilevante né neutrale; sia quello del Comitato gestori che quello del Comitato governance, che detta le linee guida per scegliere i candidati e non solo (come dice la parola stessa, interviene in tutte le questioni di governo societario e a questo punto si sta occupando anche della riscrittura dello Statuto della stessa Assogestioni, nella commissione guidata dal professor Alberto Giovannini). Il Comitato governance è presieduto da Sergio Albarelli, che è anche vice presidente dell’Associazione ed è il rappresentante in Italia di Templeton. Proprio Templeton, però, non ha contribuito attivamente a formare le liste dei candidati (anche se poi li ha votati): non ha depositato infatti le azioni necessarie a presentare la lista, cosa che invece hanno fatto altre case estere come JpMorgan asset management e Fidelity. 1 2 A sinistra, il presidente di Assogestioni, Giordano Lombardo (1), e il ceo di BlackRock, Laurence D. Fink (2)