«G li ultimi scandali finanziari confermano l’esigenza di una riflessione sul tema dei controlli che riguardano le anche le Casse di previdenza: il sistema complessivo si è dimostrato non in grado di funzionare adeguatamente, come nel caso di Sopaf, peraltro società quotata». Renzo Guffanti, Presidente della Cassa Dottori Commercialisti, spiega come il suo ente abbia affrontato il problema della governance che regola il processo di investimento. Un iter articolato, caratterizzato dalla segregazioni delle funzioni ed improntato alla prudenza, con l’obiettivo di contenere il più possibile, nella valutazione delle soluzioni di investimento così come delle controparti con cui operare, il rischio insito in qualunque operazione finanziaria. «Ogni decisione d’investimento è frutto di un processo di due diligence che può durare anche diversi mesi – dice Guffanti – nel corso dei quali intervengono numerosi soggetti, a cominciare dagli advisor, tra i quali figura Mercer, una delle principali multinazionali del settore, che cura la linea strategica e controlla i livelli di rischio ex ante. All’interno della Cassa, poi, lavora una struttura dedicata che monitora anche i sottostanti dei fondi dei vari gestori». Anche il controllo sul loro operato è continuo: «Pretendiamo dai gestori massima trasparenza e costante informativa, al fine di avere gli strumenti per un opportuno monitoraggio dei rischi sottostanti il portafoglio». “Prudenza” è la parola d’ordine di Cassa Dottori Commercialisti: «I fondi in cui siamo investiti dice il Presidente – rispettano i limiti imposti dalla direttiva Ucits in materia di Oicvm. L’utilizzo esclusivo di fondi, invece che partecipazioni azionarie dirette, come può accadere nel caso di altre realtà previdenziali, serve a contenere ulteriormente la concentrazione dei rischi non compatibili con le prerogative istituzionali dell’Ente». (a.b.) Qui sopra, Remo Guffanti