di Andrea Di Biase

L’effetto della cessione alle Generali del 25% di Gph, la joint venture in Est Europa siglata nel 2007, si vedrà solo nei conti del 2013 del suo gruppo, ma Petr Kellner può comunque essere soddisfatto per i risultati raggiunti da Ppf Group nel 2012.

La società olandese controllata al 94% dal finanziere della Repubblica ceca ha infatti chiuso lo scorso esercizio con un utile netto consolidato di 727 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto ai 216 milioni del 2011. Si tratta di una delle migliori performance di sempre per Ppf Group ed è stata possibile grazie alla buona performance di Home Credit Group, la società di credito al consumo controllata al 100% e operante nei Paesi dell’Europa centro-orientale, dell’ex Unione sovietica, in Cina, India, Vietnam e Indonesia, che ha chiuso il 2012 con un utile netto di 506 milioni (231 milioni nel 2011), e alla cessione del 50% di Sazka, la società che gestisce lotterie e scommesse in Repubblica ceca, acquistata da Ppf Group nel novembre del 2011 e rivenduta lo scorso dicembre con una plusvalenza netta di 209 milioni di euro.

Alla fine del 2012, la società di investimento operante, tra gli altri, nel settore bancario, in quello dei servizi finanziari, delle assicurazioni, dell’immobiliare, dell’energia, poteva contare a livello di gruppo su asset per 21,5 miliardi di euro, di cui 2,2 di attività finanziarie disponibili per la vendita e 1,87 miliardi di liquidità, a fronte di passività per 15.7 miliardi, di cui 4,23 miliardi erano debiti nei confronti di banche e altre istituzioni finanziarie. Il patrimonio netto consolidato era pertanto pari a 5.74 miliardi.

Per quanto riguarda i rapporti con il gruppo Generali, il bilancio 2012 di Ppf Group si limita a riportare per sommi capi le linee guida dell’accordo raggiunto lo scorso 8 gennaio che ha permesso al gruppo triestino di acquistare una prima tranche di Gph (Generali Ppf Holding), pari al 25%, per 1,28 miliardi, e che porterà il Leone a rilevare entro la fine del 2014 il restante 24% per altri 1,23 miliardi (anche se l’accordo prevede ancora la possibilità per il Leone di optare per una «alternative exit», facendo acquistare la partecipazione a un soggetto terzo selezionato attraverso una procedura d’asta, restando inteso che l’ammontare destinato a Ppf Group non sarà ridotto dall’effetto dell’eventuale asta. Nel bilancio 2012 della società di Kellner viene inoltre segnalato che, come previsto dagli accordi, lo scorso marzo, grazie ai proventi incassati dalla cessione del 25% della joint venture alle Generali, Ppf Group ha rimborsato parte della linea di credito da 2 miliardi accesa dal pool di banche guidato dal Credit Agricole-Calyon e composto da Rbs, Unicredit, Hsbc, Barclays e Intesa Sanpaolo. Nel dettaglio Kellner ha restituito alle banche circa 1 miliardo, mentre altri 192 milioni sono serviti a rimborsare parte del prestito obbligazionario da 400 milioni emesso da Ppf nel 2009 e sottoscritto integralmente dalle Generali. Il saldo della restante quota del finanziamento erogato dal pool di banche coordinato da Calyon, attualmente pari a 1,02 miliardi, è garantito dal pegno sul 24% di Gph ancora in portafoglio a Kellner. L’accordo (come risulta anche da documenti ufficiali delleGenerali) prevede che «in caso di accelerazione del finanziamento bancario o al ricorrere di determinati eventi», le banche abbiano il diritto di esercitare, per conto di Ppf, l’opzione di vendita sulla quota del 24% della joint venture, e «ottenere che in tal caso l’acquisto della seconda tranche da parte di Generali avvenga prima della fine del 2014, onde fornire a Ppf la provvista per rimborsare il finanziamento». (riproduzione riservata)