Gli specialisti del fleet management puntano sulle nuove tecnologie per fronteggiare la crisi e il calo dei fatturati. Il 2012 è stato un “annus horribilis” per le società che gestiscono il parco auto delle aziende, occupandosi di manutenzione, riparazioni, rinnovo delle assicurazioni, assistenza stradale e così via. Il numero di veicoli gestiti si è ridotto di 19mila unità. E i ricavi sono scesi a 45,5 milioni, -25 per cento rispetto all’anno prima. Un dato che conferma la tendenza degli ultimi anni e ricalca il picco negativo del 2011 (-26%). I provvedimenti del governo hanno peggiorato la situazione perché hanno aumentato la pressione fiscale. Inoltre vi è stato un aumento generalizzato dei costi energetici, di assicurazioni, carburante e pezzi di ricambio. E’ così che il dodicesimo rapporto Aniasa sul noleggio veicoli fotografa un comparto, mai davvero decollato in Italia. Rispetto alle dimensioni assunte in altri paesi europei, il fleet management all’italiana ha continuato ad avere proporzioni ridotte. Il settore è quasi del tutto in mano agli operatori “specialisti” (coloro che svolgono in modo esclusivo questo tipo di attività), che sono i soli a vedere un aumento dei ricavi. Le società di noleggio a lungo termine che offrono anche questo tipo di servizi detengono invece il 24 per cento del mercato. Si tratta comunque di un comparto che sta evolvendo sotto diversi aspetti. E che per rispondere alla crisi sta soprattutto giocando la carta dell’innovazione e delle nuove tecnologie per ridurre costi di gestione di servizi, sicurezza, logistica e in generale dell’organizzazione aziendale, migliorando e rendendo allo stesso tempo più efficiente il servizio verso il cliente. Per la gestione delle flotte in questi anni sono diventate sempre più importanti le informazioni ottenute grazie ai dispositivi telematici: dati sulla percorrenza chilometrica, sulla velocità, i consumi di carburante, gli urti ricevuti, la localizzazione e la direzione di marcia, le modalità di utilizzo del mezzo. I nuovi dispositivi ormai sono inseriti nei veicoli, hanno dimensioni sempre più piccole e sono di difficile manomissione. Strumenti tecnologici di questo tipo (un esempio sono le scatole nere), stanno diventando una fonte primaria per elaborare statistiche e report, e sono utili per amministrare e coordinare l’uso dei veicoli, programmare le attività di manutenzione, rilevare e intervenire su eventuali anomalie. (st.a.)