Luigi Dell’Olio

In un mercato del risparmio sempre più globalizzato, la partita per trattenere i clienti più facoltosi non si gioca più sul concetto del «primo non prenderle», proponendo investimenti destinati a difendere le ricchezze accumulate, ma sempre più su una logica in cui domina la consulenza a 360 gradi sul patrimonio della clientela private. «Puntiamo su un servizio di aggregazione di tutte le ricchezze detenute dall’investitore, anche presso altri istituti di credito, in modo da fornirgli una visione d’insieme del suo patrimonio e del livello di rischio complessivo», spiega Andrea Rotti, direttore investimenti gestioni patrimoniali Ersel. Sulla stessa linea il pensiero di Dario Prunotto, responsabile private banking di UniCredit in Italia: «La crisi finanziaria ha ridisegnato il rapporto tra i clienti private e le banche, con i primi che si attendono molto più della mera gestione professionale delle disponibilità finanziarie. Oggi l’elemento distintivo», spiega, «è nella capacità di fare consulenza sulla gestione del patrimonio dell’intero nucleo familiare, tenendo conto anche dell’eventuale presenza di un’attività imprenditoriale e dei bisogni connessi all’intero ciclo di vita». Da qui la scelta della banca di piazza Cordusio di lanciare il servizio My Plan, che punta in primo luogo a fornire al risparmiatore un quadro chiaro sull’intero patrimonio e sui fenomeni che possono modificarlo in maniera sostanziale. Su un rafforzamento delle attività di advisory punta anche Intesa Sanpaolo Private Banking, come dimostrano le parole del condirettore generale vicario Saverio Perissinotto: «I clienti chiedono assistenza specialistica, a maggior ragione in considerazione della volatilità che caratterizza i mercati. In particolare, oltre ad aver ampliato l’offerta di consulenza in materia di fondi e sicav, puntiamo su una forte cooperazione con la sgr di gruppo per identificare le piattaforme di investimento di qualità». Le scelte di allocazione riflettono questi temi dominanti. «I mercati sono molto sensibili ai comportamenti delle Banche centrali », osserva Eugenio Periti, responsabile servizio private banking del gruppo Montepaschi, che punta sulla piattaforma proprietaria di consulenza Mps Advice per offrire un servizio personalizzato, scegliendo in un ventaglio di 2.500 prodotti tra fondi e sicav di varie case di investimento. «Le prospettive dei mercati azionari risulteranno sempre più condizionate dalle abilità di comunicazione e di condizionamento delle aspettative da parte delle autorità di politica monetaria, impegnate in una gestione ‘del freno e dell’acceleratore’ con l’obiettivo di sostenere l’andamento dei listini», aggiunge Periti, che vede la permanenza di un buon potenziale di crescita nei titoli di Stato governativi dei Paesi periferici, «che potrebbero beneficiare del rallentamento delle politiche di austerità, nonché di possibili ulteriori interventi della Bce». Meno ottimismo viene espresso dal manager del gruppo senese verso le obbligazioni societarie a più alto merito di credito (che nelle ultime settimane hanno visto calare sensibilmente il rendimento), a vantaggio dei bond high yield. Così, l’asset allocation tipo per un cliente con una propensione al rischio moderata e un orizzonte temporale di cinque anni vede la liquidità al 10-12%, un 30% di azionario differenziato per aree geografiche e la restante parte di portafoglio in obbligazionario, con una prevalenza di bond governativi. Anche Rotti registra tra i clienti private una propensione al rischio superiore alla media storica e ritiene sia il momento «di rafforzare l’esposizione sull’equity, che in questa fase del mercato risulta meno volatile dell’obbligazionario ». Tuttavia, la recente corsa dell’azionario ha portato anche questa asset class su multipli considerevoli (basti pensare ai massimi storici più volte ritoccati dal Dow Jones), così Rotti preferisce «strategie long-short (con una posizione lunga sui titoli ritenuti sottovalutati e corta su quelli che presentano multipli elevati, ndr) rispetto a quelle direzionali». Dello stesso avviso è Perissinotto, il quale parte dalla constatazione che i tassi di interesse reali oggi sono molto bassi, per segnalare una maggiore apertura «nei confronti dei mercati azionari », ai quali affianca un sostanziale ottimismo verso quelli obbligazionari a spread più elevato, «sempre nel rispetto del livello di rischio accettato dal cliente». Inoltre, «guardiamo con attenzione anche alla diversificazione valutaria», aggiunge. Le fluttuazioni tra le divise, a detta degli analisti, sono le dinamiche più difficili da stimare, e proprio questo porta molti gestori a preferire la carta della diversificazione con l’intento di equilibrare il portafoglio, riducendone il rischio complessivo. Anche Prunotto vede vicino all’esaurimento la spinta propulsiva del mercato obbligazionario e, a fronte di uno scenario macro che «almeno per i prossimi dodici mesi sarà caratterizzato da una crescita economica globale ancora sotto il potenziale», punta sull’investimento azionario, «soprattutto approfittando di eventuali correzioni degli indici dei mercati di Stati Uniti, Europa e Giappone». Oggi l’elemento distintivo è nella capacità di fare consulenza sulla gestione del patrimonio dell’intero nucleo familiare