I tassi ai minimi rappresentano una minaccia e una sfida per i fondi pensione che devono ricercare asset in grado di garantire le prestazioni promesse ai lavoratori ma senza prendere rischi mal gestiti che potrebbero mettere a repentaglio le prestazioni ai lavoratori. Negli Usa ad esempio si stima il 70% dei comparti previdenziali abbia problemi per coprire la rendita dei futuri pensionati proprio per i bassi rendimenti. E anche in Gran Bretagna alcuni fondi sono stati messi in crisi proprio per lo stesso motivo. In questi Paesi il modello a prestazione definita, dove l’entità dell’assegno è definita a priori, è prevalente. Secondo un report pubblicato da Ubs, nel decennio che si è chiuso nel dicembre 2011 un fondo pensione medio britannico ha generato un rendimento del 5,9% annuo, rispetto al 10,2% per i 49 anni dal 1963 al 2011.

Negli Stati Uniti, il rendimento di un portafoglio costruito secondo le allocazioni dei primi 200 piani a prestazione definita negli ultimi dieci anni sarebbe ammontato solo al 4,5% annuo (in base alla più recente indagine condotta da Pensions and Investments). Non solo. «Le turbolenze finanziarie dell’ultimo decennio, oltre a danneggiare i portafogli, hanno inferto un duro colpo alle ormai consolidate teorie sulla tradizionale gestione del rischio», spiega Blackrock in un documento dedicato alla gestione dei rischi di un portafoglio istituzionale, «è un nuovo mondo degli investitori nel quale la maggiore volatilità convive con correlazioni più elevate tra diverse tipologie di asset class, rendimenti in calo e il pericolo incombente di una normalizzazione dei tassi. A rendere il quadro ancora più complicato è la consapevolezza di scenari economici, dominati dalla volatilità», aggiunge BlackRock secondo cui, per far fronte a questo nuovo ambiente di mercato, le gestioni assicurative devono adattarsi e adottare una struttura più globale di gestione del rischio, basata sul modello delle tre R: Risk-factor-based allocation (allocazione basata sui fattori di rischio), Regimes analysis (analisi dei regimi di mercato, Risk management systems (sistemi di gestione del rischio precisi, rapidi ed efficaci tanto da sostenere le prime due R).

«Gli investitori», spiega Riccardo Stucchi, responsabile financial institutions group di Blackrock per l’Italia, «devono definire i propri obiettivi con maggiore precisione rispetto al passato, e ricorrere alle tre R per puntare a specifici risultati di investimento, piuttosto che cercare solo di sovraperformare rispetto al mercato o ai propri benchmark».

Secondo Blackrock «i mercati ci hanno dimostrato negli ultimi anni che su alcune asset class le gestioni attive sono riuscite a generare valore solo su un numero limitato di player altamente specializzati. La gestione dei rischi secondo l’approccio delle 3R invece porta, a nostro avviso, ad ottenere performance più stabili.

Per quanto riguarda l’allocazione basata sui fattori di rischio, Blackrock spiega che «la scarsa performance del portafoglio istituzionale medio dimostra la debolezza delle asset class come strumenti di diversificazione. Per ottenere una migliore diversificazione, gli investitori possono andare più in profondità e considerare le esposizioni ai diversi fattori di rischio rilevanti per tutte le asset class: i tassi reali, l’inflazione, il rischio di credito, il rischio politico, il rischio economico e il rischio di liquidità. Storicamente ciascun fattore ha generato valore in momenti e modi diversi ma, in un periodo dato, difficilmente tutti i fattori sono stati positivi all’unisono. Esposizioni più equilibrate, ottenute ripartendo gli attivi tra i fattori di rischio, possono condurre invece a rendimenti più costanti, e permettono di proteggere il portafoglio da eventuali shock causati da un singolo rischio». Sul fronte dell’analisi dei regimi di mercato «gli investitori devono inoltre considerare più approfonditamente l’andamento dall’economia globale e il possibile impatto dei diversi scenari sui loro portafogli». Le prime due R, aggiunge Blackrock sono possibili solo grazie alla presenza della terza. «Attraverso una visione più completa dei rischi, gli investitori sono maggiormente in grado di assumere solo i rischi voluti e che più probabilmente saranno remunerati», conclude Blackrock. (riproduzione riservata)