di Andrea Di Biase

Ammonta a 41,7 milioni di euro il costo complessivo dell’investimento effettuato nel corso del 2012 in Fondiaria-Sai da parte di Sator Private Equity Fund, il veicolo di diritto inglese promosso da Matteo Arpe attraverso Sator spa e gestito attraverso la londinese Sator Capital Limited (controllata al 100% dalla società italiana).

Il dettaglio, finora inedito, emerge dal bilancio 2012 della Fondazione Roma, uno dei soci di Sator spa, di cui detiene il 2,17%, nonché uno dei sottoscrittori del fondo di private equity, in cui ha già versato 17,23 milioni su un impegno complessivo di 50 milioni. L’investimento nella ex compagnia assicurativa della famiglia Ligresti, che lo scorso anno Arpe ha cercato, senza successo, di contendere a Unipol, ha comunque dato soddisfazioni all’ex ad di Capitalia. Se infatti Sator spa, proprio grazie alla plusvalenza sulla cessione a Sator Private Equity Fund del pacchetto del 3% rastrellato tra gennaio e febbraio 2012, è riuscita a migliorare il risultato annuale (si veda MF-Milano Finanza del 7 giugno), anche il fondo di private equity, che nel mese di luglio ha partecipato all’aumento di capitale di FonSai, sembra possa contare su una plusvalenza latente sull’investimento effettuato. Il fondo, attraverso il veicolo Arepo Pr, ha infatti in portafoglio 27.956.500 azioni Fondiaria-Sai che, sulla base del dato indicato dalla Fondazione Roma, hanno dunque un prezzo medio di carico di 1,49 euro. Agli attuali corsi di borsa (+1,86% a 1,59 euro il titolo FonSai ieri a Piazza Affari), dunque, il fondo guidato da Arpe può contare su una plusvalenza inespressa di circa 2,75 milioni. Proprio il rally messo a segno dal titolo della compagnia assicurativa nei primi mesi del 2013 (+65% circa dallo scorso 31 dicembre) è stato uno degli elementi preso come riferimento dalla Fondazione Roma per non procedere a rettifica del valore del proprio investimento nel Sator Private Equity Fund. L’ente presieduto da Emmanuele Emanuele ha infatti mantenuto il valore delle quote nel fondo al costo storico di 17,23 milioni, nonostante il valore netto patrimoniale del veicolo al 31 dicembre 2012 di competenza della fondazione sia di circa 12,8 milioni. «Dal financial statement del fondo al 31 dicembre 2012», si legge nel bilancio della Fondazione Roma, «risulta che il valore netto patrimoniale (Net Assets attributable to Partners) è complessivamente pari a 127,8 milioni di euro». Tuttavia, scrivono gli amministratori della fondazione, tale valore «non tiene conto del plusvalore attribuibile alla partecipazione di controllo in Banca Profilo(che deve necessariamente includere il valore del premio di maggioranza), né dei positivi risultati conseguiti dal titolo Fondiaria-Sai nel corso del primo trimestre 2013». «Ove adeguatamente ponderati», si legge ancora nel bilancio, «detti elementi portano a un aumento del valore patrimoniale del fondo che non giustificano, a oggi, eventuali rettifiche sul valore di iscrizione in bilancio alla Fondazione».

L’ente capitolino ha inoltre deciso di non procedere ad alcuna rettifica sulla partecipazione del 2,17% detenuta direttamente in Sator spa, nonostante il valore di iscrizione dell’investimento, pari a 5,6 milioni, «risulti essere superiore alla corrispondente frazione di patrimonio netto contabile della società partecipata». La Fondazione Roma ha tuttavia chiesto a Sator spa «la predisposizione di un piano industriale, al fine di verificare la sostenibilità del mantenimento in bilancio del valore del sovrapprezzo pagato in sede di sottoscrizione delle azioni». (riproduzione riservata)