di Angelo De Mattia

Ieri con le considerazioni del presidente, Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia, si è tenuta la prima relazione del neoistituito Ivass, l’authority di vigilanza sulle assicurazioni che è succeduta all’Isvap e che è incardinata nella stessa Banca. Dai primi passi compiuti dal nuovo ente si può dire che si sta camminando sulla giusta strada nell’assolvimento delle due fondamentali funzioni di vigilanza: il controllo prudenziale sulle imprese di assicurazione e la tutela del consumatore dei servizi assicurativi. L’operazione di avvicinamento e di integrazione della vigilanza di stabilità e di protezione della clientela nel campo assicurativo a quella sul sistema bancario sta già dando frutti. È risultato così in via di conseguimento il «quid pluris» di cui si può fruire «a fortiori» insieme con l’altra integrazione, quella concernente il controllo sui fondi pensione, che il governo Monti colpevolmente prima varò e poi ritirò: e oggi la Commissione di vigilanza su questi fondi non ha ancora un vertice ricostituito nelle funzioni e nel plenum. Le misure accennate con i primi passi riguardano la predisposizione di una «guida» per l’attività di controllo, la vigilanza cartolare, quella ispettiva, la produzione della normativa secondaria, i procedimenti sanzionatori. Sono i «cantieri», come li definisce Rossi, di manutenzione e ristrutturazione della specifica funzione di Vigilanza, che toccano dunque metodi e prassi di controllo nonché le risorse disponibili. Nel riferire sull’azione di vigilanza in questi mesi Rossi cita la questione delle tariffe Rc Auto, per il divario tra i livelli prevalenti in Italia e quelli molto più bassi che si riscontrano in altri Paesi europei: una ingiustizia grave. Il presidente promette un intervento dell’Ivass perché le tariffe possono e debbono scendere. Rossi ricorda poi il programmato piano di interventi sulle compagnie e sulle banche a proposito di polizze abbinate ai mutui, con la finalità della tutela dei consumatori, e le collaborazioni con i ministeri per l’attuazione delle misure di liberalizzazione introdotte nello scorso anno. Il beneficio che la nuova vigilanza può trarre dalla tradizionale presenza all’estero della Banca d’Italia per la funzione di vigilanza bancaria è significativo. Il giudizio definitivo lo si darà quando questa complessiva opera sul terreno organizzativo-strutturale, normativo e della policy segnalerà il sicuro decollo del nuovo Istituto. Soprattutto si valuterà la spinta propulsiva che sarà data per conseguire il risultato di un maggiore finanziamento da parte delle assicurazioni, dell’economia e in particolare degli investimenti di lungo periodo e della capitalizzazione delle imprese a fronte del 60% del portafoglio oggi investito dalle compagnie in titoli pubblici. Comunque, di fronte a questa positiva evoluzione del compiti della Banca d’Italia appare ancora più necessaria la sistemazione del capitale della stessa, insieme con un definitivo chiarimento sulla posizione dei soggetti partecipanti, banche e assicurazioni. La via di un veicolo legislativo che abroghi la vigente norma sulla nazionalizzazione dell’Istituto e sistemi definitivamente le partecipazioni al capitale può condurre anche a un introito per lo Stato. (riproduzione riservata)