Di Gigi Giudice

Sul numero di luglio-agosto di “ASSINEWS” potrete leggere un articolo corposo e meditato che il vostro umile cronista dedicherà su quanto è accaduto, tra venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno scorsi, in un abnorme sesquipedale hotel-vetrocemento a tredici piani. Di color rosa shoching.

Senza che fossimo a Las Vegas o a Dubai, ma in quel di Bussolengo, ridente borgo-balconata affacciato sulla vicinissima Verona.

Quella la sede scelta dal Congresso Nazionale del Sindacato Nazionale Agenti per celebrarvi i lavori del quarantaseiesimo Congresso Nazionale (caratterizzato dallo slogan: “Volare Alto”). Cui hanno partecipato circa 300 delegati. Curiosi di verificare se la recente fioritura della Anapa (tale è l’acronimo dell’Associazione Nazionale Agenti Professionisti in Assicurazione) avesse provocato disagi o fuoruscite di iscritti.

Contro Vincenzo Cirasola, capofila della scissione dallo Sna, si erano peraltro già scatenate le katiusce e le contumelie al vetriolo di editoriali e articolesse dell’organo sindacale “L’Agente di assicurazione”. Mentre i commenti erano più concentrati e ansiosi sull’ancora irrisolta “fusione” con Unapass.

Ma a polarizzare l’attenzione erano soprattutto le presumibili difficoltà in cui pareva viaggiare la coesione dell’esecutivo dello SNA presieduto da Claudio Demozzi, dopo che il vicepresidente vicario Giancarlo Guidolin aveva – ormai qualche mese fa –rassegnato le dimissioni.

L’altra punta del dissenso interno all’esecutivo si era manifestata con le dimissioni di Giorgia Pellegrini, poi rientrate. E anche Carlo Prandi, responsabile dei rapporti con i gruppi agenti, aveva lasciato (sostituito da Vittorio Zenith).

Un clima – amplificato dai mormorii di radio-fante, sempre notoriamente poco benevoli verso chi ha la avventura di avere in mano il potere dell’organismo rappresentativo – non ideale per Claudio Demozzi. Il quale era consapevole di essere atteso al varco dalla fronda interna. Così ha giocato d’anticipo.

Letta la relazione morale e finanziaria (che mi esimo di sintetizzare, rimandando all’edizione cartacea di ASSINEWS. Potendo comunque il lettore prendere visione del testo integrale qui allegato), superate le scaramucce derivanti dalle osservazioni di alcuni componenti dell’esecutivo rivelanti che tale testo non era stato prima letto e commentato dai componenti dell’esecutivo, Demozzi ha chiesto, preteso che l’assemblea  – che pure lo aveva molto applaudito per quanto illustrato – gli esprimesse seduta stante la fiducia.

Reazioni veementi in sala. La richiesta veniva giudicata in un primo tempo irrituale: “Così Demozzi vuole uccidere il dibattito!“, “Allora vuol dire che il congresso è già finito!”.

Situazioni da panico in sala per un colpo di teatro del genere. Che ha consentito a Demozzi di mettere fuori gioco la contestazione interna.

Ottenuta infatti la fiducia richiesta, con 226 voti a favore, 57 astensioni e solo 30 contrari, scontato il pericolo,  Demozzi ha tirato un sospiro di sollievo.

E il dibattito congressuale ha potuto burocraticamente avviarsi e concludersi. Con comunque la conferma – da parte di Giorgia Pellegrini – di dimettersi dall’esecutivo, non condividendo certa conduzione “monocratica”.

Giancarlo Guidolin ha pure confermato di dimettersi dall’esecutivo, ma non dallo Sna, conservando la responsabilità di Snas, la società di servizi al servizio degli iscritti che ha messo a punto Snachannel, una ulteriore bocca da fuoco comunicazionale della categoria.

Si può commentare: “Tutto è bene quel che finisce bene”. Dalla commedia di Shakespeare a Demozzi. Che ha confermato di saper coniugare certa vocazione attoriale (immediata associazione al discorso – sempre Shakespeare – di Marco Antonio davanti al popolo sul cadavere di Cesare, per trarne consenso …) a quanto appreso quando frequentava le scuole dei salesiani.

Non dimentico di accennare a un altro momento significativo del Congresso Sna.

La mattina di venerdì è stata dedicata a una tavola rotonda dal titolo: “L’Agente in Europa. L’evoluzione delle norme europee sull’intermediazione assicurativa e il ruolo dell’Agente di assicurazioni”. Tavola rotonda affollatissima. Con due esponenti della politica: Anna Rita Fioroni (del pd, notissima agli assicuratori per aver partecipato attivamente a far passare la legge 221) e Simona Vicari (la signora del pdl che in Parlamento ha indossato, insieme alla Mussolini, la maglietta con la scritta “Il diavolo veste Prodi” e che nel governo Letta si trova a ricoprire la carica di sottosegretario al ministero dello sviluppo economico), due professori in diritto come Pierpaolo Marano e  Ranieri Razzante, Jean François Mossino (in veste di presidente della Commissione Agenti Bipar), Giovanni Calabrò (direttore generale Antitrust) e Eric Devorsine (presidente di CGPA, la compagnia specializzata con cui lo Sna ha siglato un accordo per la distribuzione della polizza di rc professionale degli agenti di assicurazione).

Darò modo di raccontare qualche dettaglio della tavola rotonda, dalla quale sono uscite considerazioni già arcinote.

Quello che invece è stato il crack della mattinata è l’arrivo in sala (la richiesta di partecipare era pervenuta ai vertici dello Sna il pomeriggio del 30) di Franco Ellena, direttore generale di Unipol Assicurazioni e qui in veste di rappresentante dell’Associazione Nazionale fra le Imprese assicuratrici (ma ne parleremo in un prossimo approfondimento).

E’ la prima volta che si rompe una incomunicabilità fra Ania e Sna che durava da circa sette anni. Ognuno può cogliere il significato di tale presenza.