di Paola Valentini

Negli ultimi sei mesi i fondi azionari Italia hanno ottenuto un rendimento medio di quasi il 12%. Eppure pochi investitori hanno beneficiato di questo rialzo. La raccolta dei comparti specializzati sulle azioni italiane è stata positiva per appena 3,8 milioni, in base ai dati Assogestioni disponibili (riferiti al quarto trimestre 2012 e al primo trimestre 2013).

 

L’estrema prudenza che caratterizza i risparmiatori italiani ha fatto perdere chance di guadagno in Piazza Affari. Una simile tendenza è stata registrata dai fondi azionari area euro: in questo caso il rendimento medio del semestre è stato di circa l’11% ma i flussi netti sui fondi specializzati in questa categoria sono stati negativi per 260 milioni. I sottoscrittori dei fondi non si sono fidati nemmeno del rally di Wall Street, tanto che la raccolta dei fondi azionari Usa è in rosso nel semestre per 508 milioni di euro. Mentre gli azionari Pacifico, che hanno perso 96 milioni a dispetto del buon andamento della borsa di Tokyo, la quale, nonostante la recente correzione, è sui massimi degli ultimi cinque anni.

 

Nel frattempo hanno continuato a fare il pieno di raccolta i comparti obbligazionari e i flessibili, che in totale hanno ottenuto rispettivamente 13,4 e 8,2 miliardi. A partire dagli obbligazionari flessibili con flussi netti per oltre 4,5 miliardi. Nel periodo la performance di questi fondi si è fermata al 4%.

 

I flessibili puri hanno invece attirato nei loro forzieri 8,2 miliardi a fronte di una performance media di poco superiore al 6%. Ha invece una raccolta in rosso (-106 milioni) la nuova categoria dei fondi obbligazionari Italia, che raggruppa fondi che investono in titoli di Stato italiani, nati un anno e mezzo fa per scommettere sul restringimento dello spread tra Btp e Bund. Quella di uscire da questi fondi è stata una mossa effettuata da chi era entrato ai massimi dello spread e ha deciso di portare a casa i realizzi. Si spiegano allo stesso modo i deflussi dai fondi obbligazionari euro governativi a breve termine (-1,7 miliardi) che sono composti prevalentemente da prodotti investiti in Bot, il cui rendimento negli ultimi tempi è in forte discesa. Queste scelte degli investitori dimostrano che sul fronte obbligazionario la propensione a movimentare il portafoglio è maggiore, mentre le borse fanno molta più fatica a catturare l’attenzione dei risparmiatori nonostante la recente ripresa. Ciò è un peccato perché sempre più money manager vedono con favore le borse. A partire da Fidelity e Pimco. Quest’ultima in particolare, da sempre specializzata nei bond, ha appena creato una struttura dedicata alle azioni ad alto dividendo. Intanto Franklin Templeton ha lanciato una campagna dedicata alle reti di distribuzione di fondi dal titolo emblematico È tempo di entrare in azione. «Gli investitori hanno continuato a disinvestire dai fondi azionari principalmente a causa della convinzione che il mercato azionario negli ultimi anni abbia perso. Gli oltre mille miliardi di euro parcheggiati in Europa in liquidità sono la prova di questo comportamento. Ma è davvero successo?», si chiede Franklin Templeton. In realtà le azioni hanno sperimentato una grave flessione nel 2008, «ma i successivi tre anni sono stati positivi per gli Usa e due anni su tre sono stati positivi anche per Asia ed Europa. Ciò dimostra che c’è una percezione errata del mercato azionario. Nonostante l’economia stia soffrendo, ci sono ancora molti sviluppi positivi che potrebbero sorprendere», spiega Franklin Templeton. E rifugiarsi nel mercato monetario non ha aiutato: «Il rendimento annuo medio a 10 anni dell’indice Msci Europa al 30 settembre è stato del 6,5% contro il 2,2% del rendimento medio del monetario», dice Franklin Templeton.

 

Ma qualcosa sembra inizi a cambiare. L’ultima indagine Schroders evidenzia un generale ritorno di fiducia da parte degli investitori: oltre due terzi (68%) degli intervistati pensa di investire in azioni nel corso dell’anno. Solo il 25% intende puntare sugli strumenti obbligazionari. La mossa di puntare sulle borse in un contesto di tassi ai minimi, che guarda con favore anche Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos: «Le vicende dei bond giapponesi e americani hanno offerto alle borse il pretesto per un arresto dell’impetuoso rialzo iniziato in settembre. Si è aperta una fase laterale, molto interessante per il trading, che potrebbe durare ancora qualche settimana. Correzioni più profonde saranno da considerare occasioni di acquisto, perché il rialzo azionario, guardando al 2014 e al 2015, non è finito». (riproduzione riservata)