Il X Congresso Nazionale degli Attuari, svoltosi a Roma dal 5 al 7 giugno scorsi con 800 partecipanti, è entrato nel vivo del dibattito sulla RC auto. Si è cercato di risolvere il problema in modo univoco – è stato sottolineato – introducendo in sequenza norme a vari livelli che hanno ottenuto soltanto l’effetto di complicare anziché semplificare, che hanno generato confusione invece di risolvere i problemi, creando in alcuni casi dubbi interpretativi che certo non hanno giovato al mercato. Per questo da Roma gli attuari lanciano la proposta di un tavolo di lavoro che possa finalmente risolvere la situazione.  “Chiediamo che il Governo, ovvero il Ministro dello Sviluppo Economico – ha affermato Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari – apra un tavolo di lavoro allargato con IVASS, ANIA, Ordine degli Attuari, Rappresentanti dei canali distributivi, Associazioni dei Consumatori, Ministero della Salute ed eventuali altri interlocutori, con spirito costruttivo, per mettere in fila tutti i problemi tecnici e non tecnici al fine di trovare una soluzione univoca, questa volta convergente, eliminando definitivamente qualsiasi dubbio interpretativo”. “Gli attuari – ha aggiunto Crenca – sono pronti a fare proposte concrete supportate dalle loro analisi. Ma la vera questione è che se non si costruisce un piano di lavoro programmatico, coinvolgendo tutte le parti in causa, la soluzione non si troverà mai”.

L’opera degli Attuari, in particolare dal 2004, anno di introduzione in Italia della figura dell’Attuario Incaricato RCA, è stata fondamentale perché ha consentito di “tecnicizzare” un importantissimo ramo assicurativo sia sotto il profilo tariffario che della riservazione. Ma ciò non basta, secondo gli attuari, perché l’RcAuto è contraddistinta da diverse questioni irrisolte o ancora non definitivamente chiarite.

Nei vari interventi è stato fatto l’elenco delle più importanti: le frodi; le difficoltà incontrate nel contenimento del costo dei sinistri; l’utilizzo della scatola nera; l’abolizione del tacito rinnovo; l’estensione della copertura di 15 giorni; l’obbligo dei tre preventivi; l’eventuale applicazione della “tariffa biennale”; il contratto base; l’effetto della legge Bersani che ha vanificato di fatto il sistema bonus-malus, senza contare ulteriori molteplici questioni non regolate sul piano tariffario che generano continue interpretazioni: il funzionamento del sistema dell’indennizzo diretto, l’annoso problema dell’obbligo a contrarre, i costi e le modalità della distribuzione, la trasparenza, la mancata risoluzione del problema delle macro invalidità.

“Gli Attuari non sono convinti – ha sostenuto Giampaolo Crenca – dell’efficacia degli interventi normativi e regolamentari estemporanei, non strutturali, spesso atecnici, che hanno complicato il quadro normativo, generando processi interpretativi nella loro realizzazione. Punto di debolezza di questo percorso il sistematico mancato ascolto nel tempo degli operatori del mercato e dei tecnici del settore, a cominciare dagli Attuari, che pure in questi mesi hanno preso più volte posizione”.

Appare quindi inevitabile, secondo gli attuari, invertire la rotta, risolvere alcuni nodi essenziali e scrollarsi di dosso dubbi e interpretazioni.