Da una recente intervista al neo numero uno della compagnia austriaca Vienna Insurance Group, Peter Hagen, apparsa sul quotidiano tedesco Handelsblatt, emerge come la compagnia, che investe da diverso tempo nello sviluppo ad Est, punti particolarmente sullo sviluppo del sistema sanitario di questi paesi.

Il nuovo presidente, insediato da poche settimane, non punta a grandi rivoluzioni nell’immediato, ma ad una strategia conservativa basata su continuità e stabilità, dopo 20 anni di crescita oltre la media del mercato.

La strategia nel tempo della crisi è dunque quella di preservare la compagnia, gli investimenti e le attività il più possibile dalle fluttuazioni. Ne è prova che gli investimenti della compagnie in zone a rischio dell’Europa sono limitate.

Il gruppo punterà sugli investimenti immobiliari nell’Europa centrale ed orientale.

È vero che anche i mercati orientali sono in parte saturi, anche perché ora il gruppo è presente in quasi tutti i paesi dell’est, ma secondo Hagen, c’è ancora molto da fare e l’espansione è lungi dall’essere completa.

In altre parole lo sviluppo nei paesi dell’est rimane maggiore rispetto all’Europa occidentale. In Ucraina, ad esempio, la spesa pro capite per l’assicurazione vita è intorno ai 10 dollari. Dato l’alto numero di abitanti, un raddoppio della spesa a 20 dollari annui porterebbe ad un volume di premi pari a 500 mln di dollari, “cifre che in Europa occidentale si possono solo sognare”, dichiara Hagen.

Dal punto di vista dell’intermediazione, c’è ancora molto da fare per raggiungere il cliente. Non c’è ancora l’immagine negativa dell’intermediario fastidioso, come abbiamo in Occidente. C’è molto da fare nella modernizzazione dei contratti in essere che per lo più sono obsoleti. La joint venture bancaria con Erste Group in questo senso è molto utile perché permette di entrare in contatto con la clientela e poter offrire loro innovazioni di contratto o attualizzazioni dei massimali per la casa e l’auto.

Un forte potenziale Hagen lo vede nel ramo malattia. La sanità è infatti nei paesi orientali ancora statale, ma piano piano si sta avviando un cambiamento verso la semi-privatizzazione, almeno attualmente in Polonia e in Repubblica Ceca.

Diversamente da altri competitor, Vienna non è interessata al mercato russo, che ritiene particolarmente complesso, mentre potrebbe avere qualche interesse ad espandersi ulteriormente, in presenza di buone opportunità, in Ungheria.