La fusione fra Unipol e Fonsai mette a rischio 3.500 posti di lavoro. È l’allarme lanciato da Claudio Demozzi, presidente dello Sna (Sindacato nazionale agenti di assicurazione), secondo cui l’operazione potrebbe portare alla chiusura entro l’anno di centinaia di agenzie. «Esprimiamo forte preoccupazione per la poca chiarezza con cui si sta gestendo la vicenda», spiega lo Sna, che osserva, da un lato, il gruppo Fondiaria Sai in «una complicata e critica situazione fi nanziaria» e, dall’altro, «anche Unipol mostrerebbe segnali di una gestione in affanno». Demozzi ha sottolineato che il sindacato «non resterà inerte di fronte a quella che si preannuncia come l’ennesima, silenziosa sparizione di migliaia di posti di lavoro». Ieri si è riunito il cda di Unipol, chiamato a valutare la proposta di concambio della fusione con Fonsai. La seduta era ancora in corso in tarda serata. Secondo indiscrezioni, le parti avrebbero trovato una convergenza attorno a una ripartizione del capitale della nuova società, che prevede una quota del 61% per Ugf (Unipol gruppo fi nanziario), mentre agli azionisti di minoranza di Fonsai, Milano assicurazioni e Premafi n saranno riservati rispettivamente il 27,45%, il 10,7% e lo 0,85%. Intanto, dalla relazione illustrativa degli amministratori della compagnia depositata in vista dell’assemblea di fi ne giugno, emerge che l’esecuzione dell’aumento di capitale da 1,1 miliardi di euro porterebbe il margine di solvibilità di Fonsai, in base alle quotazioni del 30 aprile, al 136,2%, sopra l’obiettivo minimo del 120%. Fonsai spiega che «non è possibile defi nire una tempistica precisa» per la ricapitalizzazione, tenuto conto «del complesso e articolato iter autorizzativo e regolamentare». In ogni caso, si prevede che «il completamento dell’operazione di aumento di capitale si concluda comunque entro il 31 dicembre 2012».