Unipol aggiorna le linee guida industriali del progetto di integrazione con Fondiaria-Sai mentre l’iter autorizzativo si avvia alla conclusione e gli aumenti di capitale funzionali sono pronti a partire a inizio luglio, mercati e novità dell’ultima ora permettendo. Il percorso che dovrebbe portare alla creazione della prima compagnia italiana nei Danni con circa 10 miliardi di euro di premi e una base di 14 milioni di clienti è quello originario e l’obiettivo è far partire a settembre l’iter per arrivare alle assemblee di approvazione della fusione che sarà efficace dal primo gennaio 2013. «Il progetto non è mai cambiato nella sua configurazione originaria, nel frattempo si sta completando tutto il complesso iter autorizzativo», ha detto l’ad di Unipol Carlo Cimbri, spiegando che i target industriali illustrati venerdì 22 giugno sono più puntuali rispetto a quelli annunciati il 16 marzo scorso. Dopo i via libera di Isvap e Antitrust la compagnia attende per la prossima settimana il verdetto definitivo della Consob sull’esenzione di Opa anche sulla Milano Assicurazione. Intanto le stime sul futuro della maxi-fusione prevedono un utile netto consolidato di 821 milioni di euro al 2015 e un margine di solvibilità con Solvency II al 184%. A livello di gruppo la «nuova Ugf», l’altra holding quotata a monte a cui faranno capo anche Linear, Unisalute, Unipol Banca, Arca e altre partecipazioni, dovrebbe raggiungere a fine piano un utile netto consolidato di 880 milioni e un Solvency II del 143%. Il mantenimento di un ratio patrimoniale in regime di Solvency II di almeno il 120% per tutto l’arco del piano industriale è tra i paletti posti dall’Isvap nel dare il via libera alla fusione.
Le sinergie previste al 2015 sono pari a 345 milioni di cui 169 milioni da costi operativi e 122 milioni da una migliore gestione tecnica dei rami danni. «Obiettivi non modesti ma neanche particolarmente significativi, visto il potenziale esistente», ha commentato Cimbri, spiegando che si tratta di stime prudenti e che la semplificazione dell’attuale configurazione operativa del gruppo Fonsai lascia ampi margini di guadagni. Per ridurre ulteriormente il portafoglio rischi esistono ampi spazi di manovra nel settore immobiliare attraverso dismissioni, ha aggiunto il manager. In particolare si ipotizza una riduzione del patrimonio immobiliare da 4,6 miliardi nel 2011 a 3,9 miliardi previsti nel 2015. Nei Danni il gruppo Unipol prevede un andamento della raccolta premi a fine piano in calo a 10,3 miliardi di euro (11,4 miliardi nel 2011), includendo la cessione di premi per 1,7 miliardi, principalmente nella Rc Auto, per ottemperare agli impegni presi con l’Antitrust. Gli altri impegni riguardano la cessione delle quote in Mediobanca e Generali e la riduzione dei debiti subordinati verso Mediobanca da 1,45 miliardi a 1,1 miliardi. Riguardo ai rapporti con Mediobanca, Cimbri ha voluto rassicurare gli analisti che il nuovo gruppo punterà a ridurre la concentrazione dell’indebitamento verso Piazzetta Cuccia. Oltre alla cessione dei premi per motivi Antitrust il gruppo farà «le necessarie riflessioni» per valutare la profittabilità di alcune società specializzate in tipologie di prodotti e di mercati. Sul fronte dell’indebitamento si prevede una riduzione da 4,1 miliardi nel 2011 a 3,3 miliardi nel 2015, derivante principalmente dalla conversione del debito Premafin (202 milioni) e dal rimborso di parte del debito senior di Ugf e Fonsai (rispettivamente 175 e 250 milioni di euro). Del convertendo Premafin con scadenza al 2015 Unipol avrà una quota di 67 milioni. Cimbri ha ribadito che Unipol ha prodotti strutturati per 3,5 miliardi di euro. «Si tratta di strutturati veri e propri, quelli con opzioni vere, non quelli di larga liquidabilità», ha spiegato. Sulle indiscrezioni di una cifra di 5 miliardi di strutturati, l’ad ha spiegato che potrebbe essere legata a una riclassificazione più ampia di questo tipo di prodotti. Un terzo dell’ammontare di questa categoria di titoli è stato strutturato da JpMorgan, ha quindi confermato. Alla richiesta di un chiarimento su un documento di Ernst & Young che riporta una forte esposizione del gruppo in prodotti strutturati, derivati, veicoli non quotati, Cimbri ha risposto che la società di consulenza non è né un advisor di Unipol né della controparte e che lui non risponde di queste analisi.