di Andrea Di Biase

Bocche cucite al termine del cda di Unipol, che ieri in circa cinque ore di riunione ha esaminato la proposta congiunta sui concambi avanzata da Fondiaria- Sai, Milano Assicurazioni e Premafin. Nella tarda serata di ieri non c’era dunque ancora contezza della risposta della compagnia bolognese, anche perché il comunicato ufficiale era ancora in fase di stesura. Tuttavia, secondo quanto riferito a MF-Milano Finanza da più fonti, alcuni punti fermi ci sarebbero. In primo luogo, nonostante la proposta avanzata dalle società del gruppo Ligresti non sia stata considerata soddisfacente da parte del cda di Unipol, quest’ultima è comunque intenzionata ad andare avanti con l’operazione. «Indietro non si torna », si è limitato a commentare uno dei partecipanti alla riunione di ieri. La compagnia controllata dalle cooperative punterebbe tuttavia a modificare alcune delle assunzioni poste dalla controparte per giustificare la proposta di concambio che prevede il 61% della compagnia post fusione a Unipol, il 27,45% ai soci di minoranza di Fon- Sai, il 10,7% a quelli di Milano e lo 0,85% a quelli di Premafin. Sulla base di tali assunzioni (plusvalenze inespresse sugli immobili FonSai, diversa valutazione dei titoli strutturati di Unipol e così via) queste percentuali subirebbero importanti alterazioni, spostando l’ago della bilancia a sfavore dei bolognesi. Per questo motivo, come indicato dall’ad di Unipol, Carlo Cimbri, al termine dell’incontro di lunedì con Emanuele Erbetta e Piergiorgio Peluso, rispettivamente ad e dg di FonSai, «la proposta è semplificabile». Ecco perché è probabile che il cda di Unipol, pur ribadendo la valenza strategica dell’operazione con FonSai, chieda un miglioramento delle condizioni inserite nella proposta della controparte. Un modo per scaricare la responsabilità di un’eventuale rottura sugli amministratori delle società del gruppo Ligresti? Qualcuno la pensa così. Anche perché l’accordo va trovato in tempo per l’assemblea di Premafin del 12 giugno alla quale manca ormai meno di una settimana. Difficile immaginare che i cda di Premafin, FonSai e Milano, che hanno impiegato settimane per mettere a punto una proposta comune, possano dare il via libera in poco tempo a una nuova proposta di Unipol. Il rischio che l’operazione possa saltare è dunque concreto. Se così fosse l’alternativa più concreta passerebbe dall’escussione del pegno sulle azioni FonSai di Premafin da parte delle banche creditrici della holding, a partire da Unicredit e Mediobanca. Una prospettiva che l’ad di Piazza Cordusio, Federico Ghizzoni, ha fatto balenare apertamente solo pochi giorni fa, sollecitando Premafin a non porre nuovi ostacoli alla definizione dell’operazione. Per quanto riguarda FonSai, in caso di uscita di scena di Unipol, lo scenario più probabile sarebbe quello del commissariamento da parte dell’Isvap. Anche se Sator e Palladio ritengono di avere ancora la possibilità di presentare una nuova offerta alternativa a quella dei bolognesi capace di persuadere l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni a dare comunque il proprio assenso. Ieri, intanto, l’Antitrust ha inviato all’Isvap la bozza di provvedimento sulle misure che Unipol e Mediobanca dovranno assumere per sterilizzare gli effetti anticoncorrenziali derivanti dall’aggregazione tra la compagnia bolognese e il gruppo FonSai. L’authority sulle polizze avrà ora 30 giorni di tempo per formulare un parere anche se, secondo indiscrezioni, la risposta potrebbe arrivare più rapidamente. I cda di FonSai e Milano hanno invece analizzato un’eventuale proposta di transazione con Sinergia e Im.Co, che prevede la rinuncia ai crediti vantati in cambio delle aree di immobili. (riproduzione riservata)