Ormai il matrimonio Unipol-Premafin-Fonsai- Milano assomiglia più a una telenovela che a una trattativa di fusione tra due gruppi imprenditoriali. Nonostante cda, assemblee, comunicati, di passi avanti non ne sono stati fatti e anzi il no dei figli di Salvatore Ligresti alla revoca della manleva e al diritto di recesso, così come chiesto da Unipol su pressione della Consob, ha portato, di fatto, a uno stallo che non è stato scalfito ieri dal via libera alla proposta Unipol su Fonsai deliberato domenica dal cda di Premafin. In una nota diffusa nella notte si legge che il cda, «preso atto del contenuto della comunicazione pervenuta in data 6 giugno 2012 da Unipol Gruppo Finanziario, anche per conto della sua controllata Unipol assicurazioni, ha deliberato di accettare quanto proposto nella predetta comunicazione in merito al riconoscimento a Ugf di una partecipazione al capitale sociale ordinario pari al 61%; sempreché la quota di partecipazione degli attuali azionisti di Premafin non sia inferiore allo 0,85%». Il cda, prosegue la nota, ha preso inoltre atto «della disponibilità manifestata dalle banche fi nanziatrici della società di sottoscrivere la convenzione di ristrutturazione del debito di Premafi n, non appena intervenute le delibere dell’assemblea di martedì 12 giugno 2012; delle dichiarazioni di Jonella e Paolo Ligresti in merito sia alla loro decisione irrevocabile di non rinunciare agli impegni di manleva assunti da Ugf con side letter del 29 gennaio 2012, sia alla decisione delle società Hike securities e Limbo invest in merito all’intenzione di non assumere alcun impegno circa l’esercizio del diritto di recesso conseguente alla fusione di Premafi n in Fondiaria-Sai; della disponibilità manifestata da Ugf, preso atto delle comunicazioni di Jonella e Paolo Ligresti a procedere comunque nell’operazione di integrazione rinviando a una successiva valutazione e al conseguente confronto con le autorità di vigilanza ogni determinazione in merito alle modalità con cui dare attuazione alle richieste contenute nel provvedimento Consob del 24 maggio 2012». È però nella coda del comunicato che sta il veleno: la nota afferma infatti che il cda «ha deliberato, in risposta alla richiesta di Fondiaria-Sai, di verificare in tempi rapidi con quest’ultima e con il sistema bancario, i termini e le condizioni della proposta di Sator Palladio rivolta alla controllata medesima e inviata l’8 giugno 2012, dando mandato al presidente e all’amministratore indipendente, Luigi Reale in tal senso». Di fatto, si dà un’apertura di credito anche alla proposta da 800 mln di euro avanzata dai due fondi, in alternativa al piano di salvataggio di Unipol. Tuttavia, come più volte ribadito, le banche non ci stanno e hanno perso la pazienza da tempo. Ieri, per l’ennesima volta, l’a.d. di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha ripetuto che le banche creditrici del gruppo Premafin non sono disponibili a valutare l’offerta di Sator-Palladio e proseguono con il piano Unipol. Inoltre, il cda di Unicredit, che si è riunito ieri mattina, ha già approvato l’avvio dell’iter di escussione del pegno sulla quota in Fondiaria-Sai nel caso in cui oggi l’assemblea degli azionisti di Premafin non approvi l’aumento di capitale riservato a Unipol. Unicredit e Mediobanca hanno però subito ieri forti vendite in borsa, anche a causa del rischio di trovarsi in cassaforte titoli fortemente deprezzati. In questa totale confusione, ieri pomeriggio si è tenuto l’ennesimo cda di FonSai, cui ha fatto seguito, in tarda serata, quello di Milano ass. Al centro del dibattito, il via libera alla proposta Unipol. © Riproduzione riservata