DI GABRIELE VENTURA

Decolla la mediazione obbligatoria. Nel mese di aprile, infatti, che è stato il primo dall’entrata in vigore delle ultime due materie, rc auto e condominio, i procedimenti iscritti sono stati 13.402. Più di mille in più rispetto a marzo e oltre 3.500 rispetto a febbraio. Più in generale, i tentativi di mediazione sono passati da poco più di 60 mila, registrati al 31 dicembre 2011, nell’arco di circa dieci mesi, a 105.092 al 30 aprile 2012. Il che vuol dire che negli ultimi quattro mesi le controversie sono state il 72% rispetto ai primi nove. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni della Direzione generale di statistica del ministero della giustizia, che ha fatto il punto sull’andamento del dlgs n. 28/2010 dalla sua entrata in vigore, il 21 marzo 2011, a fi ne aprile 2012. Via Arenula ha rilevato anche il tasso di successo dei tentativi di conciliazione a seconda della categoria degli organismi. Ebbene, le percentuali più alte sono registrate dagli organismi privati (51,4%), seguiti dalle camere di commercio (49,8%) e dagli ordini degli avvocati (34,5%). Il nuovo rapporto del ministero è stato presentato ieri in occasione della conferenza internazionale, organizzata da Adr Center e co-fi nanziata dalla Ue, dal titolo «Il giusto rapporto tra giurisdizione e mediazione: prima e dopo la direttiva europea», che si è svolta a Milano presso la Corte d’appello. All’evento sono state anche avanzate delle proposte sulla mediazione a livello europeo. In particolare, Arlene McCarthy, europarlamentare e relatore della direttiva sulla mediazione, ha chiesto di «esigere dagli stati membri un numero minimo di mediazioni all’anno, per contribuire in modo concreto e misurabile a facilitare l’accesso alla giustizia dei casi che più lo meritano ». Anche il primo presidente della Corte di cassazione Ernesto Lupo, ha sposato la posizione del Parlamento europeo, riconoscendo come «gli incentivi alla mediazione, tra cui la previsione, in talune ipotesi, dell’obbligatorietà del tentativo, e le relative sanzioni, sono una componente essenziale di un modello di mediazione capace di produrre risultati apprezzabili » e rilanciando «l’esigenza di incentivi che valgano a bilanciare i costi del ricorso alla mediazione Incentivi certi, e all’altezza dei vantaggi sociali che sarebbero assicurati dalla più ampia diffusione dell’istituto». © Riproduzione riservata