Novità anche sul fronte della nota integrativa: la bozza dell’Oic 20 rivede profondamente le informazioni che devono essere fornite al suo interno con riguardo ai titoli di debito. In particolare, la versione in consultazione, pur mantenendo la classica distinzione fra titoli immobilizzati e non immobilizzati, elimina alcuni aspetti richiesti dall’attuale formulazione come l’obbligo di fornire le motivazioni relative al cambiamento dei criteri di valutazione e della relativa infl uenza oppure come l’indicazione dei proventi da partecipazioni diversi dai dividendi. Per contro richiede, in luogo delle precedenti, informazioni più interessanti per un ipotetico investitore: al riguardo, con riferimento ai titoli immobilizzati iscritti a un valore superiore al loro fair value, viene richiesto d’indicare il valore corrente e contabile dei singoli titoli e la motivazione per la quale quest’ultimo non sia stato ridotto; inoltre, bisognerà fornire informazioni circa la natura degli elementi sostanziali su cui si basa il convincimento relativo al fatto che tale valore potrà essere recuperato. Si cambia anche con riferimento alle informazioni complementari da fornire in nota ai sensi di quanto previsto dal comma 3 dell’art. 2423; a tal riguardo la bozza prevede l’indicazione del trattamento contabile del premio od onere per il sottoscrittore di titoli e un’analisi di quest’ultimi raggruppati per tipologie; inoltre, in presenza di ripristino di valore, viene richiesta l’indicazione dell’ammontare, delle ragioni e delle conseguenze fi scali. In ultimo le principali novità in tema di titoli non immobilizzati: a tal riguardo il nuovo principio prevede, in presenza d’importi rilevanti, un’analisi dei titoli raggruppati per tipologie nonché gli importi, qualora signifi cativi, di titoli non quotati; inoltre viene richiesta l’indicazione del mercato a cui si è fatto riferimento per comparare il costo e infi ne, ma non per ordine d’importanza, una breve descrizione dei titoli strutturati in portafoglio dalla quale si evinca un’analisi dei principali fattori di rischio relativi alla componente derivata. Matteo Feroci © Riproduzione riservata