Non è la prima volta che a Trieste i vertici delle Generali cambiano repentinamente, e sempre per decisione di Mediobanca. Il periodo più “dinamico” da questo punto di vista è stato a cavallo del passaggio di millennio, anni ricordati come quelli delle “porte girevoli”. Allora l’uomo chiave in Generali più che l’ad (ce n’erano due, con deleghe limitate) era il presidente. Dal 1995 e fino al ’99 il numero uno era stato il francese Antoine Bernheim, antico alleato di Mediobanca e storico partner della Lazard. Nel ’99 venne allontanato e al suo posto salì il numero due Alfonso Desiata, manager rigoroso con grandissima esperienza assicurativa. Ma probabilmente troppo uomo Generali per accettare limiti all’autonomia della compagnia: già nel 2001 al suo posto arriva Gianfranco Gutty, anche lui cresciuto in-house, con gli stessi difetti, dal punto di vista di Mediobanca: dura ancora meno, un anno. E’ a quel punto che entrano in azione le porte girevoli e Bernheim, sponsorizzato dai soci francesi di Piazzetta Cuccia riconquista la poltrona. Che tiene fino al 2010.