La vendita di Groupama Seguros si è rivelata un buon affare per Groupama, l’assicuratore mutualista francese che sta cercando di vedere le sue attività estere nell’ottica di migliorare il margine di solvibilità. La compagnia spagnola Grupo Catalana Occidente SA e Inoc SA (azionista di maggioranza di GCO) hanno firmato un accordo per l’acquisizione della controllata spagnola di Groupama per un ammontare di 404,5 mln di euro.

L’operazione apporta circa 10 punti al margine di solvibilità del gruppo francese, una vera e propria boccata di ossigeno.

Non sembra altrettanto facile la vendita invece delle attività britanniche di Groupama Insurance, la cui attività per tre quarti è concentrata sui rami danni, mercato piuttosto saturo e concorrenziale.

Molto interesse invece per la controllata polacca, anche se, essendo nata nel 2011, per il momento non produce utili e di conseguenza non sarebbe il momento opportuno per la vendita. Stessa cosa vale per la controllata rumena. In Turchia la controllata ha suscitato gli appetiti di Allianz e Axa, ma se Groupama vendesse si priverebbe di un eccellente strumento di crescita, dato che il mercato turco è in piena espansione. In Italia e in Ungheria al momento non sembra ci sia interesse alla vendita.

Tali operazioni non convincono però Standard and Poor’s, che ha declassato di due gradini il merito di credito di Groupama, portandolo da BB- a BB. Il drastico taglio del rating, associato a un outlook negativo  segue un riesame del profilo finanziario e di business di Groupama alla luce delle iniziative intraprese dal management per migliorare i requisiti patrimoniali e che consistono principalmente nella riduzione dell’esposizione ai rischi azionari e immobiliari, come pure nella vendita di controllate. Per S&P le cessioni sono iniziative ‘positive’, ma “è improbabile che riportino i requisiti di capitale a livelli in grado di sostenere un rating di ‘investment grade’ nel corso del prossimo anno”. Oltre a questo, c’e’ anche il rischio che le sfavorevoli condizioni di mercato, peggiorate dalla precedente valutazioni fatta da dall’agenzia il 20 marzo, ostacolino i progetti del management e ne riducano l’impatto. Secondo l’agenzia, la principale fonte per la flessibilità finanziaria di Groupama saranno i proventi dalle vendite di asset, mentre appare limitata la capacità del compagnia di raccogliere nuovo debito, dato il basso valore di mercato delle sue emissioni esistenti. L’outlook è negativo, spiega infine S&P, a fronte delle avverse condizioni economiche e di mercato che potrebbero limitare ulteriormente l’adeguatezza patrimoniale di Groupama e i suoi piani di riassetto.