Tra i primi a riflettere sull’importanza di circondarsi di «uomini devoti e amici fidati, senza i quali non era possibile combinare nulla» era stato Platone. Il filosofo si riferiva all’esperienza politica e allo stesso tempo constatava che «non era per niente facile trovarne di disponibili». Ma la questione è attualissima anche nel mondo economico, dove avere vicino manager fidati può essere determinante, soprattutto quando si hanno davanti sfide come quella appena lanciata al neo designato amministratore delegato di Assicurazioni Generali, Mario Greco, chiamato a dare rapidamente una svolta alla gestione della prima compagnia assicurativa del Paese. Un uomo fidato sul quale poter contare per raggiungere il suo obiettivo, in realtà, Greco se lo ritroverà a Trieste senza fare alcuna fatica. Si tratta di Paolo Vagnone, con cui il neo amministratore delegato di Generali ha già lavorato fianco a fianco ai tempi di Ras. Vagnone, 47 anni, laureato in ingegneria elettronica, master all’Insead di Fontainebleau, che nel curriculum ha anche l’appartenenza al network degli ex McKinsey, proprio come Greco, di cui era stato il vice nella compagnia del gruppo Allianz. Nel 2005 gli succedette addirittura al comando, quando Greco lasciò la guida della società di corso Italia a Milano per passare ad Aip, Assicurazioni Internazionali di Previdenza. Un colosso delle polizze che raggruppava tutte le attività assicurative del gruppo Intesa Sanpaolo, che Greco avrebbe dovuto accompagnare in Borsa, ma non ci è mai riuscito. La chiamata di Vagnone a Trieste risale invece a fine 2010, quando gli azionisti di Generali chiesero la nomina di un country manager per l’Italia. Ma l’imposizione dall’alto ha reso tutto più difficile per Vagnone che in questi anni ha fatto fatica a guadagnare spazio. Ora, con l’arrivo di Greco, le cose per lui potrebbero cambiare. E c’è anche chi comincia a ipotizzare che il nuovo ad potrebbe portare con sé qualche altro manager con cui ha già condiviso in passato oneri e onori. Anche perché gli «uomini fidati» a Greco non sembrano mancare, visto quanti manager dopo aver lavorato con lui in Ras sono stati pronti a lasciare la compagnia per seguirlo nella nuova esperienza nel gruppo Intesa Sanpaolo. Un team di Greco boys (and girls) che nel frattempo, da quando nel 2007 il capo è uscito da Intesa Sanpaolo per trasferirsi in Svizzera a guidare le attività danni di Zurich, si è sparpagliato un po’ in tutto il mercato. È il caso, per esempio, di Massimo Arrighi, anche lui ex McKinsey e oggi in AtKearney, che in Ras aveva fatto crescere Rasbank, il braccio finanziario della compagnia assicurativa, e che nel 2005 è stato chiamato da Greco alla guida di Fideuram, solo poche settimane dopo l’arrivo del manager al vertice di Aip. Stessa storia per Alberto Minali (che ora si occupa del fondo Eskatos). Lui, tra l’altro, ha iniziato la carriera proprio nel gruppo Generali, e poi ha assunto la responsabilità del team di Capital management del gruppo Allianz Ras per poi seguire Greco come cfo di Eurizon Vita e ceo di Eurizon Financial group. Ma non mancano le donne: come Claudia Motta (oggi FonSai), che è stata responsabile pianificazione in Ras e poi in Eurizon, o Debora Pellati, anche lei prima in Corso Italia e poi in Intesa e oggi direttore finanziario di Aon. (riproduzione riservata) Anna Messia