di Andrea Di Biase

Manca ancora il passaggio formale in consiglio di amministrazione ma ormai i grandi soci delle Generali avrebbero deciso di procedere alla sostituzione dell’attuale ceo group Giovanni Perissinotto con un manager proveniente dall’esterno e di comprovata esperienza internazionale, che con ogni probabilità sarà l’attuale ceo della divisione General Insurance di Zurich, Mario Greco. La formalizzazione del cambio al vertice del Leone, come anticipato ieri pomeriggio da milanofinanza.it, e confermato in tarda serata da una nota della compagnia triestina, dovrebbe arrivare nel corso del cda straordinario convocato per la mattina di domani. Un appuntamento il cui esito, nonostante alcuni margini di incertezza, sembra essere ampiamente scontato, considerato che la decisione di procedere alla sostituzione di Perissinotto con Greco avrebbe trovato un largo consenso sia tra i consiglieri sia tra i principali azionisti. A promuovere il cambiamento al vertice del Leone, dunque, non sarebbe stata solo Mediobanca, che è il principale azionista delle Generali con il 13%, ma un supporto decisivo sarebbe arrivato anche dai grandi soci privati della compagnia, quelli che avendo puntato sul Leone quando il titolo valeva 30-25 euro si sono dovuti fare carico in questi anni di pesantissime minusvalenze, considerato che oggi l’azione del Leone vale in borsa poco più di 8 euro. Il fronte favorevole al ricambio comprenderebbe dunque anche i gruppi De Agostini (2,43%) e Caltagirone (2,27%), entrambi rappresentati in cda, ma anche l’imprenditore Leonardo Del Vecchio (recentemente salito al 3%), che lo scorso anno aveva lasciato il consiglio della compagnia in polemica più con il top management (cui non ha risparmiato critiche in una recente intervista) che l’allora presidente Cesare Geronzi. Il cambio al vertice della compagnia avrebbe il sostegno anche della Fondazione Crt, rappresentata in cda dal segretario generale uscente, Angelo Miglietta, e socia del Leone attraverso il veciolo Effeti (2,2%), mentre più freddo sarebbe il gruppo di industriali del Nord Est, riuniti attorno alla Palladio Finanziaria, che hanno sempre sostenuto l’attuale amministratore delegato. Proprio un presunto avallo di Perissinotto (peraltro sempre smentito dal diretto interessato) al tentativo della Palladio e del fondo Sator di Matteo Arpe di prendere il controllo di Fondiaria-Sai, avversando il piano Unipol sostenuto da Mediobanca, era stato più volte indicato come una possibile causa di attrito tra il numero uno del Leone e l’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel. A quanto sembra, tuttavia, la ragioni che avrebbero portato una larga fetta dei soci a schierarsi per un cambio al vertice sarebbero altri. Nonostante la gestione estramente prudente di Perissinotto, che fino alla crisi del debito sovrano dell’Italia, era riuscita a tenere al riparo la compagnia dagli effetti delle grandi tempeste finanziarie degli ultimi anni, non era mai stata particolarmente apprezzata dai grandi azionisti privati, ma soprattutto dal mercato. Nell’ultimo mese il titolo Generali ha perso il 22% (il 31% negli ultimi sei mesi e il 45% nell’ultimo anno). Con il calo di ieri (-0,67%) è arrivato a 8,21 euro, al di sotto addirittura del valore di carico cui i titoli Generali sono iscritti nel bilancio di Mediobanca. Anche di qui la volontà di procedere con un deciso cambio di passo, dando allo stesso tempo un segnale concreto al mercato, con la decisione di puntare su Greco. Proprio il crollo del titolo sui suoi minimi storici avrebbe contribuito ad accelerare le cose. Mercoledì, secondo quanto si è appreso, l’intenzione di procedere a un avvicendamento al vertice sarebbe stata comunicata a Perissinotto da Nagel e dal presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro, in un incontro in Piazzetta Cuccia cui avrebbe preso parte anche l’ad della De Agostini Lorenzo Pellicioli. L’attuale numero uno del Leone avrebbe tuttavia declinato l’invito a dimettersi, lasciando al consiglio l’onere di sfiduciarlo. I numeri però non sarebbero dalla sua parte. Sembra che il fronte favorevole al ricambio possa contare su una maggioranza di 11 consiglieri su 17. A difesa dell’attuale ceo group potrebbero invece schierarsi il finanziere ceco, Petr Kellner, l’avvocato Alessandro Pedersoli e l’imprenditore Diego Della Valle. (riproduzione riservata)