Luca Palmieri

Milano Le nuove tecnologie possono essere un aiuto ma anche un pericolo per le imprese delle auto a noleggio nella lunga e difficile battaglia contro i furti. Se infatti sono un fondamentale strumento nel recupero e nella prevenzione, allo stesso tempo possono essere utilizzate da ladri sempre più esperti e tecnologicizzati. E’ quanto emerge dal rapporto di LoJack, azienda leader del settore, sui furti di auto in Italia nel corso del 2011. Uno dei dati più inquietanti riguarda infatti la constatazione che sempre più veicoli recuperati dopo il furto non presentano tracce evidenti di effrazione, a testimonianza dell’uso di apparecchiature elettroniche. Il problema è serio in tutta Europa, come confermano i dati di Francia e Spagna, dove questa caratteristica riguarda, rispettivamente, il 47% e il 30% dei mezzi recuperati. «In Italia, secondo dati in nostro possesso — sottolinea Maurizio Iperti, amministratore delegato di LoJack Italia — questo trend, sebbene riguardi numeri più contenuti, è in crescita e riguarda circa il 20% dei furti, concentrati soprattutto nelle aree del centro-nord Italia dove i ladri si affidano maggiormente al prezioso supporto delle nuove tecnologie. La percentuale è però destinata gradualmente a crescere su tutto il territorio e di conseguenza prevediamo che continueranno contestualmente a diminuire sensibilmente anche i recuperi delle auto sottratte». I mezzi utilizzati dai ladri si rivelano sempre più sofisticati, a partire dal sistema Jammer, un dispositivo in grado di disturbare il segnale di chiusura centralizzata delle porte inviato dal telecomando del proprietario mentre questi si allontana dalla vettura. Per chiudere l’auto, il telecomando emette, infatti, una “parola d’ordine” su una frequenza radio; se il ladro disturba questa frequenza, la password non arriva a destinazione e le serrature non si chiudono. L’unico modo per rendere inoffensivo questo sistema è controllare l’effettiva chiusura delle porte dopo aver usato il telecomando. Particolarmente inquietante è poi la possibilità di rubare i veicoli attraverso sms: ad ogni dispositivo presente su un’auto è assegnato un corrispondente numero di telefono, proprio come per i fax e i ladri hacker possono trovare questo numero segreto per poter mettere fuori uso il sistema inviandogli comandi attraverso la messaggistica di testo. Anche a causa della minaccia tecnologica, i numeri dei furti in Italia sono sempre pesanti: oltre 310 vetture rubate ogni giorno, circa tredici ogni ora e una ogni cinque minuti. Il numero complessivo dei furti è in calo ma la diminuzione è purtroppo compensata dalla percentuale di ritrovamento che scende dal 47% al 45% (dei complessivi 113.360 veicoli sottratti ben 62.026 sono spariti nel nulla). A livello di distribuzione territoriale la regione con il maggior numero di furti è la Campania, che con 20.946 furti nel 2011 (è la regione in cui il fenomeno aumenta di più in termini assoluti) scavalca il Lazio (20.873) e distacca anche un terzetto di regioni pressoché appaiate, Lombardia (15.901), Puglia (15.798) e Sicilia (15.735). Roma invece si conferma anche come capitale dei furti: quasi 17 sottrazioni su 100 avvengono qui. Il Lazio è invece all’ultimo posto per quanto riguarda il recupero (solo tre macchine su dieci vengono ritrovate) mentre è molto positiva la percentuale della Liguria, leader assoluta con l’83,55% dei casi risolta positivamente. Sempre più veicoli recuperati dopo il furto non presentano tracce di effrazione, a prova della “qualità tecnologica” dei ladri