di Gigi Giudice

Carlo Cimbri – pur pressato dagli impegni legati all’operazione di fusione con Fonsai – ha dovuto e voluto trovare il tempo per portarsi a Siracusa dove si sta svolgendo il Congresso dell’Associazione Agenti Unipol.

E’ stata l’occasione per confermare il valore dell’accordo- quadro programmatico che è stato siglato dalla direzione del gruppo Unipol, suscitando forti reazioni nel mondo dell’intermediazione italiana.

Un modello di relazione basato sul confronto, sulla fiducia e sulle sinergie. Che è nato dal particolare rapporto di vicinanza con le rete degli intermediari “storici” ma che si è esteso alle altre componenti che concorrono a formare un network di quasi 1800 agenzie.

Un risultato di forte significato, frutto di mesi di duro lavoro di collaborazione e condivisione fra gli uomini della direzione e le rappresentanze degli agenti.

Soddisfazione per essere riusciti anche a confermare come la rete agenziale continui a essere il migliore e più efficace tramite nel rapporto con la clientela oltre che di concreta presenza sul territorio.

Non poteva Carlo Cimbri esimersi dal trasferire alla platea le sensazioni che sta vivendo nel momento in cui Unipol si trova protagonista – testuali parole “di un tornante della Storia”. Da compagnia nata “in provincia” e per rispondere alle esigenze di previdenza e assicurazione “del popolo”, ecco che si pone oggi come l’unico interlocutore plausibile nel “salvataggio” del gruppo FonSai. Trovando un consenso istituzionale diffuso, conquistato grazie alla credibilità e all’affidabilità conquistata in oltre mezzo secolo di vita e dalla saldezza del rapporto con la rete degli agenti.

Il rispetto delle regole e la reputazione sono le caratteristiche che aumenteranno il valore del gruppo Unipol.

A prescindere da come si concluderà la vicenda.

E qui Carlo Cimbri ha segnalato polemicamente – al di là delle prese di posizione negative di certa stampa – chi sono le forze che si oppongono al “salvataggio”.

Fra chi non vuole essere salvato c’è la “corte dei miracoli” che ruota intorno, e qualche agente ancora ossessionato dal “pericolo comunista”.

“Abbiamo inviato ieri una nostra ulteriore proposta di soluzione ispirata al principio che sia economicamente sostenibile e non gravi assolutamente sulle sorti del gruppo Unipol. Si tratta infatti di un’operazione che gode l’appoggio di alcune grandi istituzioni bancarie, ma che non deve essere perfezionata “a tutti i costi”.

Nel contempo andiamo avanti a trattare perché è un’opportunità strategica e siamo una realtà di dimensioni troppo importanti per consentirci di vivere alla giornata.

Occorre guardare lontano, sapendo che per ottenere risultati occorre disporre di masse critiche sempre maggiori.”

Cimbri ha concluso prefigurando – in un mondo che cambia sempre più in fretta – la necessità di estendersi a dimensione internazionale.

Nei prossimi giorni, su Assinews.it, la cronaca dettagliata della quattro giorni del Congresso dell’Associazione Agenti Unipol