Alla fi ne, nel corso dell’assemblea ordinaria e straordinaria di Premafin, la proposta di fusione Unipol-Premafi n-Fonsai-Milano è passata: a maggioranza, ma è passata, almeno nella parte che riguarda l’aumento di capitale da 400 mln di euro riservato a Unipol. A favore, come ha attestato il notaio, Piergaetano Marchetti, ha votato oltre il 50% del capitale . Il piano di ristrutturazione del debito di Premafi n verrà approvato in automatico dagli istituti di credito dopo il via libera secondo i primi commenti raccolti in ambienti vicini alle banche creditrici. La lettera, secondo alcune fonti, sarebbe già nelle mani di Premafi n. Lunedì notte era arrivato il via libera al piano Ugf anche da FonSai e Milano. La situazione sembra quindi essersi sbloccata, dopo una serie di pressioni venute da Unipol e dalle banche creditrici in prima persona e, più discretamente, da Consob. Resta però il nodo da sciogliere della manleva. Anche ieri, in assemblea, i figli di Antonino Ligresti, Jonella e Paolo, hanno ribadito la loro posizione, nettamente contraria alla revoca della manleva e del diritto di recesso. Il muro contro muro si è riproposto anche ieri: in una missiva inviata al gruppo Premafi n, in risposta a una richiesta di chiarimenti, Unipol ha ribadito che non concederà ai Ligresti la manleva in Premafi n e il diritto di recesso nella fusione con Fonsai. Unipol, «premesso che intende uniformarsi integralmente a quanto disposto dalla Consob», ha sottolineato che limiterà la portata dell’impegno di manleva «ai soli consiglieri e sindaci che non rivestano anche, direttamente o indirettamente, il ruolo di azionisti di Premafi n», quindi esclusi i Ligresti. Analogamente, per quanto riguarda il recesso, «il progetto di fusione escluderà esplicitamente la spettanza del diritto di recesso in favore degli “azionisti di riferimento Premafi n” così come defi niti nel provvedimento Consob». Nella missiva, il gruppo bolognese ha anche ribadito che la decisione «irrevocabile» di Paolo e Jonella Ligresti di non rinunciare alla manleva e al diritto di recesso non fa scattare la condizione sospensiva prevista dal contratto originario, che quindi resta valido. Il parere ufficiale è arrivato poco dopo, nel corso dell’assemblea, per mano dell’advisor legale di Premafi n, Giorgio De Nova, secondo cui la posizione di Ugf contrasterebbe con gli articoli 1357 e 1358 del codice civile che consentono atti di disposizione di diritto subordinati a condizioni sospensive. Secondo il noto civilista, la revoca delle manleve «sarebbe ineffi cace per tre ragioni». Prima di tutto perché «la manleva è stata dichiarata espressamente irrevocabile dalla side letter» fi rmata dalle parti lo scorso dicembre. Poi perché «qualifi care tali manleve come contratte a favore di terzi dispensa i benefi ciari» dal volerne eventualmente usufruire. La terza ragione è che «risulta che Paolo e Jonella Ligresti, con raccomandata dello scorso 8 giugno, hanno comunicato a Premafi n e a Ugf la propria decisione irrevocabile» di non rinunciare alle manleve. La partita non è dunque chiusa. Non a caso, nel corso dell’assemblea, il rappresentante di Paolo Ligresti, assente per quasi tutta l’assemblea ordinaria, dedicata al bilancio, è tornato a chiedere uffi cialmente che il cda Premafi n «apra immediatamente alla valutazione di operazioni migliorative che consentano alla società di proseguire in continuità aziendale», vale a dire il piano Sator-Palladio. © Riproduzione riservata