Già domenica scorsa, la famiglia Ligresti era stata informata da Unipol, attraverso una lettera inviata al board di Premafin, del fatto che Bologna non considerasse sufficiente per far saltare l’impianto del riassetto, la decisione assunta da Jonella e Paolo Ligresti in merito alle manleve. Secondo più fonti vicine al dossier, «Unipol ha messo a segno tre punti a proprio favore: un cda della holding, un’assemblea dei soci e un patto vincolato che di fatto scavano un ulteriore solco» con l’offerta concorrente presentata a FonSai da Sator e Palladio, che oltretutto «sono di fatto ancora al palo con l’iter autorizzativo», il che comporterebbe un ulteriore allungamento dei tempi, incompatibile con la necessità di ricapitalizzare FonSai in tempi brevi. «Non solo il cda di Premafi n era al corrente da domenica della posizione di Unipol sulle manleve», ha confermato un’altra fonte, «ma già quel giorno, in riunione, è stato recapitato e letto a tutto il consiglio un primo parere di Giorgio De Nova, che, di fatto, poneva più di un dubbio sulla presa di posizione di Bologna in merito alle manleve concesse». Martedì, durante l’assemblea dei soci di Premafin, il noto civilista ha spiegato che, a suo parere, la revoca comunicata da Unipol è ineffi cace per tre motivi. Perché la manleva è dichiarata espressamente irrevocabile dal testo della side letter. Perché, qualifi cando la manleva come contratto a favore di terzi, Ugf ha dispensato i benefi ciati da qualsiasi dichiarazione di volerne profi ttare. L’ultimo motivo è che Jonella e Paolo Ligresti, con raccomandata dell’8 giugno 2012, hanno precedentemente comunicato a Ugf la propria decisione irrevocabile di non rinunciare agli impegni di manleva, il che implicherebbe, sempre secondo De Nova, che gli impegni contenuti nella manleva non sarebbero comunque revocabili ex articolo 1411 del Codice civile. Tuttavia, il sì dato dall’assemblea di Premafi n all’aumento di capitale da 400 milioni riservato a Unipol, ha incassato anche il via libera delle banche alla ristrutturazione del debito da 368 milioni, solo a condizione però che l’integrazione tra il gruppo bolognese e FonSai vada in porto. La richiesta dei Ligresti, rifi utata dalle banche, di prendere in considerazione anche proposte alternative a quella di Unipol, così come l’invito fatto al cda di Premafi n di approfondire comunque «proposte migliorative» , lascia dunque pensare che nei prossimi giorni possano emergere nuove offerte destinate a fornire alla società le risorse per seguire l’aumento di capitale di FonSai. A questo punto, sarà inevitabile una battaglia legale a tutto campo tra i Ligresti e Unipol, che, inevitabilmente tirerà in ballo anche la Consob. © Riproduzione riservata