MASSIMO GIANNINI

Negli Anni ‘80 la “Foresta Pietrificata” era il sistema bancario, secondo la felice definizione dell’allora ministro del Tesoro Giuliano Amato. Oggi la Foresta Pietrificata è l’intero sistema finanziario, secondo l’impietosa fotografia del presidente della Consob, Giuseppe Vegas. Mercato azionario modesto, Borsa sottodimensionata, incroci doppi e tripli, scatole cinesi, conflitti di interesse a profusione. Risultato: poca trasparenza e poca contendibilità. La Galassia del Nord resta un esempio della pietrificazione giurassica della quale soffre il sistema. L’ultimo esempio è l’accordo UnicreditPremafin per il salvataggio di Fonsai. Per soccorrere Ligresti, Unicredit diventa azionista di Fonsai con il 6,6%, colloca tre suoi uomini in cda e nomina un direttore generale. Ma con questa mossa la banca accresce la sua quota e la sua influenza su Mediobanca. Unicredit ha già in portafoglio l’8,6%: ora si aggiunge anche il 4% detenuto da Fonsai. Un bel pasticcio. Sia perché questo rafforzamento cozza contro gli impegni che la stessa banca aveva assunto all’epoca della fusione con Capitalia, quando Profumo si impegnò a dimezzare dal 18 al 9,39% la sua partecipazione in Piazzetta Cuccia. Sia perché l’operazione rischia di mettere in moto una serie di reazioni a catena, in vista della revisione del patto di sindacato di Mediobanca in scadenza nel prossimo autunno. I controlli e i consigli “incrociati”. E’ il fenomeno del cosiddetto “interlocking”, un altro brutto vizio della finanza italiana. A fine 2010 – si legge ancora nella relazione annuale di Vegas «circa il 74% delle società quotate aveva un consiglio composto da almeno un membro con incarichi in altre società quotate, mentre per 45 emittenti l’interlocking riguardava oltre il 50% dei componenti». Che fare, dunque, su UnicreditPremafinFonsaiMediobanca? Aspettare l’Antitrust, e sperare nella sua “benevolenza”? Sarebbe la decisione più ovvia e conservativa, tipica di un sistema chiuso e autoreferenziale come il nostro. Molto meglio, invece, sarebbe giocare d’anticipo, cominciando a sciogliere la catena di nodi “incestuosi” che legano il capitalismo italiano. Fino a soffocarlo. m.giannini@repubblica.it