Quindici istituti europei non avrebbero superato la prova. Tra i principali indiziati quelli greci, spagnoli, portoghesi e tedeschi
di Luca Gualtieri

Circa 15 banche europee su 91 non avrebbero superato gli stress test. Ma sembra che nel gruppo non rientrino le banche italiane, con buona pace di Moody’s che proprio la scorsa settimana ha messo sotto osservazione 16 istituti del Paese per un possibile taglio del rating. L’indiscrezione è trapelata ieri pomeriggio da fonti dell’Eurozona, anche se per il momento non si conoscono i nomi degli istituti bocciati. Le principali indiziate sono le banche dei Paesi a rischio, cioè Grecia, Portogallo e Spagna, oltre agli istituti tedeschi. In ogni caso, se confermate, le 15 bocciature sono un segnale poco rassicurante per il sistema bancario europeo. Soprattutto alla luce del fatto che l’anno scorso solo sette istituti non avevano passato i test. E proprio recentemente Goldman Sachs aveva previsto soltanto 9 bocciature. Come si spiegano questi risultati? Secondo una fonte, l’Autorità bancaria europea (Eba) vuole emettere proprio una quindicina di bocciature per dimostrare la serietà degli esami, ma potrebbe non spingersi oltre, per non scatenare il panico sui mercati. Insomma, l’alto numero di bocciati sarebbe dovuto più alla severità degli esaminatori che all’effettivo stato di salute degli esaminati. In ogni caso è presto per trarre conclusioni, dato che i test ufficialmente sono ancora in corso e i risultati saranno pubblicati non prima del 13 luglio. Da un punto di vista tecnico, va ricordato che i test misurano la capacità delle banche di assorbire le perdite in caso di crisi economica o immobiliare. Le 91 banche selezionate devono indicare le perdite potenziali derivanti dall’esposizione alla Grecia e ad altri titoli del debito sovrano. Queste perdite saranno stimate in base alla probabilità di default e alla perdita da un’effettiva insolvenza, calcolata sulle valutazioni del rischio di credito sugli asset presenti nei bilanci. Proprio nelle ultime settimane gli indicatori sui bond greci sono saliti vertiginosamente e anche questo spiegherebbe l’aumento delle bocciature rispetto all’anno scorso. Il problema cruciale, comunque, resta il fabbisogno complessivo di capitale. Secondo un sondaggio condotto da Goldman Sachs, gli stress test evidenzieranno un deficit complessivo di 29 miliardi e il problema riguarderà soprattutto le banche spagnole e tedesche. Per il momento i cinque istituti italiani coinvolti (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi, Banco Popolare e Ubi) sembrano al sicuro, tanto che ieri a Piazza Affari l’indice settoriale ha messo a segno un rialzo dell’1,47%. In particolare hanno accelerato le quotazioni di Unicredit (+2,26% a 1,401 euro) e Intesa Sanpaolo (+2,03% a 1,762 euro). Solo il Monte ha perso il 4,52% a 0,49 euro negli ultimi giorni anche per via dell’aumento di capitale. Deboli anche Banco Popolare e Ubi Banca, che hanno chiuso gli scambi rispettivamente a 1,5 euro (-1,51%) e a 3,78 (-0,89%) (riproduzione riservata)