Fuori dall’Italia agenti e broker a difesa della professionalità
 di Alessandra Schofield  

Il Bipar (Bureau international des producteurs d’assurance et de réassurance) è una Federazione internazionale che rappresenta 50 associazioni professionali dell’intermediazione assicurativa provenienti da 32 Paesi europei ed extraeuropei, cui lo Sna è associato dai primi anni 70.

Dalla scorsa settimana, il Sindacato nazionale agenti può vantare la propria presenza tra i membri del Management Committee. Jean François Mossino – vicepresidente vicario del Sindacato nazionale agenti di assicurazione – con la delega all’area internazionale e, quindi, partecipante attivo al Bipar dal 2005, è diventato componente dello Steering Committee (l’organismo che rende operative le decisioni dell’Assemblea generale annuale della Federazione e ne organizza tutte le attività) nel 2007, ed è stato infine eletto all’unanimità da tutte le associazioni appartenenti al Bipar alla presidenza del Comitato permanente degli Agenti, entrando pertanto anche a far parte dell’ufficio di presidenza del Bureau (il Management Committee). Si tratta di un evento molto significativo per gli agenti italiani, e abbiamo chiesto a Jean François Mossino di spiegarci perché.

 

Domanda. Mossino, vuole spiegarci meglio in cosa consistono le attività del Comitato permanente agenti e del management committee e perché si tratta di un risultato particolarmente importante?

Risposta. Il Comitato permanente agenti è l’organismo all’interno al Bipar nel quale si confrontano le associazioni nazionali di agenti, tanto per scambiare informazioni ed esperienze inerenti alle situazioni nei vari Stati membri, quanto per condividere iniziative comuni finalizzate a rivalutare l’immagine e il valore dell’agente, sia verso le Istituzioni che all’interno stesso del Bureau. La peculiarità dell’incarico consiste nel fatto che il presidente del Comitato è componente permanente dell’Ufficio di presidenza del Bipar, indipendentemente dalla necessaria turnazione dei membri eletti ogni biennio. Questo per garantire un equilibrio di rappresentanza, visto che in Europa è prevalente la presenza dei brokers. In questo modo nell’Ufficio di presidenza del Bipar – organo esecutivo deputato alle decisioni e attività di relazioni istituzionali – è certamente rappresentata la specificità del mondo degli agenti. Nel momento in cui si sta mettendo in discussione la distribuzione assicurativa in tutta Europa, imponendo nuove importanti modifiche normative e una radicale trasformazione del mercato, è importante che il Bipar tenga in considerazione le differenti istanze delle associazioni aderenti, tanto dei brokers quanto degli agenti, tanto del Nord europa quanto del Sud europeo, che rappresentano peculiarità e specificità diverse tra di loro, per cultura e contesti socio economici. È un modo di tenere in considerazione e tutelare anche gli interessi dei consumatori.

D. Visto che la distribuzione assicurativa italiana è intermediata all’85% dagli agenti, è quindi importante per gli intermediari Italiani che ci sia un Agente nominato a quel livello…

R. In quel contesto rappresento gli agenti di tutta Europa e nel Management Committee collaboro con fior di colleghi (tra i quali l’italiano Alessandro De Besi, delegato dell’Aiba) per rappresentare e tutelare il valore dell’intermediazione professionale in generale. Brokers e agenti, insieme, contro l’insediamento e lo sviluppo di una distribuzione non professionale, per una effettiva tutela del consumatore, nei fatti del quotidiano, garantita nel tempo da un viso di riferimento qualificato. Certo, con la turnazione prevista alla guida del Bipar, ci sarebbero voluti anni prima che un agente italiano potesse tornare a far parte dell’Ufficio di presidenza, visto che dal 2003 al 2004 fu presidente Claudio Ruzzi, che ricordiamo sempre con affetto e grande stima.

 

D. Mi pare un elemento molto importante anche il fatto che la sua candidatura sia stata sostenuta sia dagli agenti che dai broker. Qual è il significato di questa unanimità?

R. Vede, a prescindere dalle differenze esistenti tra le due tipologie di intermediazione, in seno al Bipar agenti e broker hanno una complementarietà maggiore rispetto a quella che vediamo in Italia. Le categorie sono sostanzialmente unite da comuni obiettivi. Ad esempio, oltre alla suddetta difesa dell’intermediazione professionale, siamo uniti nell’intento di semplificare e rendere più efficace l’informativa al consumatore (oggi inutilmente onerosa, in termini di costi e di tempi), oppure contro una trasparenza delle remunerazioni ininfluente ai fini della competitività. Entrambe le categorie ritengono inoltre che determinati processi demandati dalle compagnie di assicurazione agli uffici di intermediazione dovrebbero essere remunerati. Non ultimo, fuori dai nostri confini, l’attenzione alla nuova Direttiva sull’intermediazione e su Solvency II è molto alta; giustamente, dato che influiranno moltissimo anche sul nostro modo di svolgere la professione. È infatti opportuno che tutti teniamo gran conto del fatto che il vero centro normativo – anche per quanto riguarda il settore assicurativo – è l’Europa.

 

D. Direttiva Ue sull’intermediazione, Solvency II_ quali altri temi sono all’attenzione del Bipar, in questo momento?

R. Mi piace ricordare che quando ho iniziato la mia attività in seno al Bureau, dovevamo occuparci di circa un paio di dossier l’anno. Attualmente, oltre i due che lei ha citato, abbiamo quindici temi sul tavolo. Ne cito alcuni: libro bianco sulle garanzie assicurative, Direttiva sui diritti dei consumatori, Commissioni Vita e investimenti (Prip’s, Mifid, pensioni,), trattamenti Iva, armonizzazione dei contratti assicurativi nel diritto europeo, regolamento extra-giudiziario delle liti, ricorso collettivo, modernizzazione del mercato pubblico, Direttiva sul commercio elettronico, discriminazione in funzione del sesso. Ogni settimana la Direzione Sna e le commissioni competenti sono impegnate su volumi impressionanti di materiale da analizzare, cui dare tempestivo riscontro.