Attualmente il Fasdac, nato nel 1949 da un accordo tra Manageritalia, sindacato dei dirigenti di aziende commerciali e Confcommercio, è previsto in sei contratti collettivi nazionali di lavoro per i dirigenti del terziario, della distribuzione e dei servizi, dei trasporti, della logistica, degli alberghi e delle agenzie marittime.

 

Le risorse, costituite da quote a carico delle aziende e dei dirigenti iscritti, sono redistribuite secondo il bisogno di ciascuno (mutualità tra gli iscritti), realizzando una solidarietà intergenerazionale tra attivi e pensionati. Il numero dei manager in attività non è cresciuto; mentre i pensionati sono in aumento, anche se il rapporto attivi/ pensionati è ancora positivo, in quanto si attesta su 2,5 attivi per un pensionato.

Dal 2008 non vi sono sostanziali aumenti di entrate, mentre le uscite economiche aumentano sia per l’entità e la numerosità delle prestazioni sanitarie rimborsate sia perché il servizio nazionale sanitario è sempre più carente, con lunghe liste di attesa per esami e visite specialistiche. Lo statuto del Fondo per ora non consente di allargare la base contributiva ad altre categorie. Mentre la Confcommercio ha provveduto a creare altri fondi sanitari integrativi, sempre attraverso la contrattazione collettiva, per esempio per i quadri del terziario e turismo con il fondo Quas, ma anche con il fondo Est per impiegati e operai e altri otto fondi minori per un numero di assistiti complessivo di oltre un milione e mezzo di persone. Anche il Fasdac applica sia il sistema indiretto, ossia il rimborso di spese sostenute presso i medici e le strutture sanitarie liberamente scelte dall’iscritto, sia il sistema diretto con il pagamento alle strutture convenzionate delle spese sostenute per le prestazioni fornite agli assistiti, che non anticipano alcun costo del servizio.

Il numero delle convenzioni, che rappresenta un obiettivo di prestigio per i fondi sanitari integrativi e un sostanziale vantaggio per gli iscritti, vede il Fasdac su un livello numerico tra i più elevati (3.300 strutture convenzionate).

Non vi sono meccanismi selettivi in entrata e in uscita fondati sulle condizioni di salute degli assistiti. Particolarmente interessante è il piano di prevenzione che il Fondo offre ai dirigenti in servizio e ai prosecutori volontari. «È stato avviato per il biennio 2011-2012 il quarto programma di prevenzione», afferma Claudio Trucato, presidente del Fasdac, «che permette di scoprire per tempo alcune patologie attraverso semplici e mirati accertamenti diagnostici di base e altri specialistici nell’area cardiovascolare, oncologica e odontoiatrica. Sono stati anche formalizzati da alcuni esperti quattro decaloghi di stile di vita salutare, in corrispondenza di altrettante aree critiche: la cattiva alimentazione, il fumo, l’abuso di alcol, l’inattività fisica».

Il presidente assicura che è in fase di studio il piano strategico del Fasdac per i prossimi dieci anni: lo impongono le previsioni non ottimistiche del servizio sanitario nazionale.