Partono, forse già in settimana, le consultazioni sul patto Mediobanca.A confrontarsi saranno innanzitutto i vertici di Piazzetta Cuccia, con il presidente Pagliaro e l’ad Nagel, e quelli del primo azionista Unicredit, con il presidente Rampl e l’Ad Ghizzoni. Il patto è in scadenza a fine anno, ma è prevista la possibilità di una disdetta anticipata entro il 30 settembre. E in ballo, oltre alle decisioni dei singoli soci, ci sono diverse opzioni strategiche. I grandi soci sono infatti chiamati a confrontarsi sugli equilibri che governano l’intera galassia Generali-Mediobanca. Da una parte ci sarebbe l’intenzione da parte di Pagliaro e Nagel di ridurre la quota sindacata, con un taglio proporzionale del peso delle tre categorie: i soci istituzionali italiani, quelli privati italiani e quelli stranieri. Sull’altro piatto della bilancia ci sono le pressioni di chi, invece, preferirebbe vedere confermato lo status quo. A partire da Vincent Bolloré e dagli altri soci francesi presenti nel gruppo C. Attualmente il gruppo A dei soci istituzionali, guidati da Unicredit, detiene il15,44%del capitale; il gruppoB dei soci privati italiani il 18,9%; il gruppo C, quello dei soci esteri, detiene il 10%complessivo.