I Paperon de’ Paperoni sono sempre gli statunitensi, ma la Cina avanza e passa dal 13° all’ottavo posto nella classifica degli ultra-milionari (oltre 100 milioni di dollari in asset) stilata dall’ottavo rapporto «Global Wealth 2011» del Boston Consulting Group. L’Italia mantiene la sesta posizione, ma ne perde due (dalla sesta all’ottava) nella classifica dei mini milionari, quelli cento volte più piccoli (oltre un milione di dollari in asset). Il Paese si riprende con difficoltà e la sua ricchezza complessiva (di tutte le famiglie) è cresciuta appena dell’1% tra il 2008 e il 2010, rispetto al +6% a livello europeo. «La crescita negli altri Paesi è data principalmente dalle performance del mercato, grazie a un asset mix più spostato sull’azionario – spiega Monica Regazzi, di Bcg – Gli italiani hanno mantenuto un profilo più conservativo e sono stati meno flessibili a riposizionarsi sull’azionario quando i mercati sono risaliti. Nel 2010 l’Europa ha investito il 31% nell’azionario, l’Italia soltanto l’11%. Inoltre, c’è da segnalare anche una ridotta capacità di generare risparmio da parte delle famiglie». Da qui al 2015, Bcg prevede una crescita della ricchezza italiana al ralenti rispetto all’Europa: +3,4% rispetto al 4,2%. Nel 2010 la ricchezza globale è salita dell’8% a oltre 121mila miliardi $; in Europa del 4,8%, con 17mila miliardi $ di risparmio gestito. L’America del Nord è l’area dove si concentra la maggiore ricchezza di asset under management (36mila miliardi di $, +10,2%); l’Asia-Pacifico (Giappone escluso) quella dove cresce maggiormente (+17,1%). Medio Oriente, Africa e America Latina superano l’8%. Le famiglie milionarie nel mondo sono 12,5 milioni (+12,2% sul 2009) e rappresentano lo 0,9% delle famiglie mondiali. Ma possiedono il 39% della ricchezza totale (era il 37% nel 2009).