Dopo anni di studi e di ricerche la certezza è fortunatamente ancora lontana, ma per la prima volta i cellulari sono stati ufficialmente messi sotto osservazione come potenziali cause di tumore. Secondo quanto sostiene un gruppo di esperti dell’International agency for research on cancer (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, i telefonini potrebbero essere una delle cause alla base di due forme tumorali al cervello e al nervo acustico, aree direttamente irradiate durante le telefonate al cellulare senza l’uso di auricolari. Il panel di esperti, composto da 31 scienziati di 14 Paesi, si è riunito nella sede della Iarc a Lione dal 24 al 31 maggio proprio per valutare, sulla base degli studi condotti finora, il potenziale rischio di cancro associato alle onde prodotte dai mezzi comunicazione wireless. Le evidenze al momento disponibili, precisa la Iarc, sono limitate a queste due neoplasie. «Stiamo ancora raccogliendo evidenze», ha puntualizzato il coordinatore del comitato, Jonathan Samet della University of Southern California, «finora sono sufficienti a classificare i campi elettromagnetici a radiofrequenza come agenti cancerogeni di gruppo 2B», ossia potenzialmente cancerogeni per l’uomo su una scala di cinque livelli, al pari di sostanze come il caffè. Ciò significa che «potrebbero esserci dei rischi legati all’uso dei cellulari, ma dobbiamo continuare a monitorare con attenzione il legame fra telefonini e tumori», ha aggiunto Samet. Un richiamo alla prudenza condiviso dall’industria delle tlc, che tramite la Gsm Association ha dichiarato l’intenzione di continuare a «finanziare i progetti di ricerca che aiuteranno a colmare le lacune nelle conoscenze scientifiche, in modo trasparente e garantendo la completa indipendenza scientifica dei ricercatori».