La previsione è inferiore rispetto ai 570 mln del consensus. Equita stima 440 milioni e include un write off da 130 mln per Telco. Un po’ più ottimistica la stima di Intermonte. Rumor sui soci in uscita dal patto 

di Luca Gualtieri

L’esercizio 2010-2011 potrebbe portare meno utili del previsto a Mediobanca. Le indiscrezioni, iniziate a circolare già venerdì, parlano di un risultato di 500 milioni, inferiore al consensus di 570 milioni, ma in linea con il budget e superiore ai 400,8 milioni realizzati nel bilancio 2009-2010.

 

Ieri numerosi analisti finanziari si sono sostanzialmente allineati a questa previsione. Le azioni Mediobanca comunque non ne hanno sofferto e hanno chiuso gli scambi a 6,56 euro, in rialzo dello 0,85%. Insomma il valore del titolo sconta già risultati inferiori al consensus e le indiscrezioni non hanno prodotto contraccolpi.

Qual è la visione complessiva degli analisti sull’esercizio diMediobanca che si sta per concludere? Equita, per esempio, stima un utile netto di 440 milioni, includendo una svalutazione di Telco per 130 milioni. «Le indiscrezioni su profitti a 500 milioni sono coerenti con le nostre stime, se non leggermente migliori», precisano gli analisti della sim milanese, che all’azioneMediobanca accorda un rating buy e un prezzo obiettivo a 9,7 euro.

 

Sulla stessa lunghezza d’onda è Intermonte, che ha ridotto del 10% le stime per l’anno fiscale 2010-2011 diMediobanca, passando da 594 a 534 milioni. La valutazione tiene conto di un minore contributo del trading alla luce dei recenti sviluppi dei mercati finanziari. Il target price dell’azione passa così da 8,10 a 7,80 euro, con rating neutral confermato.

Le indiscrezioni su utili inferiori al consensus erano emerse dopo che il cda di Piazzetta Cuccia presieduto da Renato Pagliaro ha esaminato il preconsuntivo d’esercizio.

 

 

Nel frattempo il mercato segue le mosse dei soci pattisti, in vista del direttivo e dell’assemblea del prossimo 22 luglio. Nei giorni scorsi è emersa l’ipotesi di un patto di sindacato più leggero, che potrebbe comportare una riduzione della quota di Mediobanca (oggi al 44,3%), opzione gradita al management. Sarebbero in forse la permanenza della banca tedesca Sal Oppenheim (ora detentrice dell’1,72%) e della Santusa Holding della famiglia Botin (con l’1,84%), che avrebbero mostrato scarso interesse al rinnovo dell’accordo. In ogni caso, la partita per il nuovo patto entrerà nel vivo solo il 22 luglio. La riunione non dovrebbe tuttavia riguardare ancora il rinnovo dell’accordo parasociale e il presidente del patto Angelo Casò potrebbe aggiornare i soci sui lavori in corso relativi alla revisione al testo dell’accordo parasociale e alla governance della banca, a partire dalla composizione e dal funzionamento del comitato nomine. (riproduzione riservata)