ENRICO MIELE

Una merchant bank nuova di zecca, quotata a piazza Affari, con dentro soci fidati. Nel piano stilato quattro anni fa da Giovanni Consorte la holding Intermedia rappresentava la nave ammiraglia per puntare al ritorno nel salotto della finanza dopo il fallimento della scalata alla Bnl e l’uscita dall’Unipol. Una “seconda vita” che ha portato Consorte anche a evitare al Bologna Calcio un fallimento annunciato. Alla fine dello scorso anno s’inventa una newco per strappare le quote all’immobiliarista sardo Sergio Porcedda. Viene definito dai tifosi un “salvatore”. Come se il rapporto tra l’ex ‘manager rosso’ e Bologna stesse tornando all’antico splendore. Poi qualcosa inizia a non quadrare. Il Bfc cambia tre presidenti nei giro di pochi mesi. E a fine maggio arriva per Consorte la condanna in primo grado a tre anni decisa dai giudici milanesi per la tentata scalata ad Antonveneta. Una sentenza che toglie il sonno ad alcuni soci di Consorte, tra cui l’ex patron del Motor Show Alfredo Cazzola convinto che la holding «sia ostaggio dei suoi guai giudiziari».
Questioni spinose affrontate in un lungo Cda di Intermedia tenuto sotto le Due Torri la settima scorsa. Durante il summit le cifre snocciolate da Consorte sembrano aver placato gli animi più irrequieti. Frenando chi, come Cazzola, avrebbe già un piede sull’uscio. D’altronde la capogruppo cresce di anno in anno. Ha chiuso il bilancio 2010 con 4,5 milioni di utili (+40%) e il patrimonio supera la soglia simbolica dei 200 milioni. Su 16,7 milioni di ricavi, buona parte proviene da attività di consulenza, intermediazione e dividendi delle controllate. In più il gruppo ha in portafoglio aziende che (con profitto) si occupano di rinnovabili, assicurazioni e immobili.
Ma l’aria nella sede bolognese di via della Zecca resta tesa. In prima fila per strappare a Consorte il ruolo di comando c’è quel Cazzola che nella holding ha versato 8,3 milioni (il 4,6%) ma come tutti gli azionisti percepisce dividendi irrisori (per il 2010 incasserà 79mila euro). Soci tra cui figura l’immobiliarista Vittorio Casale, vicino all’ex manager fin dai tempi di Unipol. La sua società Immofinanziaria (nelle mani della moglie Maria Rosaria Leofredi) ha il 3,6%. Il primo posto spetta a Roberto Haggiag, socio di Marco Tronchetti Provera in Camfin, l’unico ad aver investito oltre 10 milioni. Segue la famiglia forlivese Isoldi e l’imprenditore con la passione per il calcio Giovanni Lombardi Stronati, ex proprietario del Siena. Tra le figure di peso l’ex presidente degli industriali di Napoli e candidato sconfitto alle ultime comunali, Giovanni Lettieri, che siede nel Cda con la sua Meridie (2,3%). Ma la holding di Consorte controlla anche il 10% della stessa società di Lettieri grazie a uno scambio di partecipazioni incrociate.
Una truppa di solida fede consortiana che in questi quattro anni ha sempre sperato nell’ok della Banca d’Italia per iniziare a operare come una banca d’affari. Attesa non ripagata visto che via Nazionale non ha mai dato il nulla osta a Intermedia a causa, forse, delle grane del manager con la giustizia. E dopo Antonveneta ora arriverà a giudizio il filone legato alla scalata alla Bnl. Nell’attesa, Consorte vara un aumento di capitale sull’altro. Piccole ‘manovre’ da 68 milioni che ogni volta costringono i soci a metter mano (malvolentieri) al portafoglio. E così anche i più vicini al manager hanno col tempo ridotto le loro quote, lasciando spazio a 190 piccoli soci.
Segnali davanti ai quali Consorte mostra sicurezza. Limitandosi a definire «inopportune» le parole di Cazzola «che in Cda ha sempre approvato le scelte». Consorte in queste ore è concentrato sui colloqui con gli analisti e sul prossimo board di fine giugno. Il suo sogno è entrare a Piazza Affari entro l’anno e la decisione verrà presa nelle prossime settimane. Agli occhi dei soci la quotazione appare forse l’unica strada per rientrare di una parte dei capitali investiti. Perfino i bolognesi che ogni domenica vanno al Dall’Ara seguono le vicende della creatura consortiana. Un’attenzione spiegata dal destino comune che lega Intermedia e il Bologna Calcio in quanto molti consiglieri della holding siedono anche nella controllante del club.