Sia in Piazza Cordusio sia al quartier generale del gruppo Ligresti sembrano ottimisti sul fatto che anche l’Antitrust accenderà la luce verde all’ingresso di Unicredit nel capitale di Fondiaria-Sai con il 6,6%.

 

Gli impegni assunti dalla banca e dalla compagnia assicurativa nei confronti dell’authority presieduta da Antonio Catricalà per evitare che Unicredit aumenti la propria influenza su Mediobanca e, attraverso quest’ultima, sulleGenerali sono infatti importanti. Come anticipato da www.milanofinanza.it nel pomeriggio di mercoledì 22 giugno, questi prevedono non solo l’impossibilità per i tre consiglieri espressioni di Unicredit nel cda di FonSai a non partecipare alle discussioni e alla votazioni che riguardano Mediobanca(partecipata dalla compagnia assicurativa con il 4%) ma anche l’impegno della stessa Fondiaria-Sai a cedere l’1,13% detenuto nelle Generali. Una misura che, assieme all’impegno a fare in modo che il consigliere espressione diFonSai nel cda di Piazzetta Cuccia, ovvero Jonella Ligresti, non partecipi alle deliberazioni e alle votazioni relative alla compagnia triestina, dovrebbe assicurare quel filtro necessario a impedire che Piazza Cordusio aumenti la sua influenza suMediobanca e sul Leone. Tanto che lo stesso ceo di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha ribadito la propria fiducia sul fatto che l’Antitrust non muoverà ulteriori richieste. «Sono assolutamente tranquillo, non mi aspetto richieste particolari», ha affermato Ghizzoni martedì 21 giugno a margine della presentazione della stagione 2011/2012 della Filarmonica della Scala. «Abbiamo un accordo con l’Antitrust che risale ai tempi di Capitalia e ritengo che saremo in linea con quegli accordi».

Nonostante le rassicurazioni del ceo di Unicredit, sul mercato c’è chi pensa che l’authority possa non accontentarsi degli impegni, seppur importanti, presi da Piazza Cordusio e FonSai. Chi è di questo avviso parte dal presupposto che l’Antitrust possa ravvisare una influenza notevole di Unicredit sulla compagnia controllata dalla famiglia Ligresti, non solo per l’acquisto della quota del 6,6% e per l’ingresso in cda con tre consiglieri su 19, ma anche per il fatto di essere il principale creditore delle holding a monte del gruppo Fondiaria Sai. E che proprio in virtù di questo ruolo Unicredit possa incidere sulle decisioni strategiche di FonSai in merito a Mediobanca e Generali. Una tesi che ovviamente i diretti interessati hanno già confutato agli uffici tecnici dell’Authority, ma che se mai dovesse passare in sede di collegio dell’Antitrust potrebbe anche portare a un esito clamoroso: l’obbligo per Fondiaria-Sai di vendere anche il 4% di Mediobanca o in alternativa quello per Unicredit di cedere una parte dell’8,7% detenuto in Piazzetta Cuccia. (riproduzione riservata)