Un’analisi di Reale mutua rivela che il mercato offre pochi elementi in più rispetto agli standard minimi. Soltanto l’11% ha piani programmati e l’11,3% dà linee etiche 

di Carlo Giuro

Il mercato dei fondi pensione aperti? È molto standardizzato, ma mancano elementi che arricchiscano e completino l’offerta di base. È quanto emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio annuale condotto da Reale Mutua sul mercato dei fondi pensione aperti. L’analisi ha messo sotto esame 46 comparti che dispongono di un patrimonio pari almeno a 20 milioni di euro, all’interno di un panorama di 71 fondi pensione aperti operanti sul mercato. Quali sono le principali evidenze?

 

Le imprese di assicurazione e le società di gestione del risparmio figurano tra i principali soggetti istitutori di fondi pensione aperti. Insieme rappresentano l’89% del benchmark, l’8,7% è costituito invece da società di intermediazione mobiliare e un solo fondo pensione è costituito da una banca. In media il mercato offre cinque linee di investimento. Dall’analisi emerge che, nonostante il mercato previdenziale risulti altamente standardizzato, non mancano alcune eccezioni; una parte dei fondi, circa l’11%, infatti, offre ai propri aderenti l’opportunità di sottoscrivere almeno un piano di investimento programmato (life cycle) oppure un comparto data target. E soltanto il 13,04% dei fondi propone agli aderenti linee di investimento etiche poiché questa scelta ha come conseguenza maggiori vincoli e oneri per i gestori. La scarsa propensione all’investimento etico è in contrasto con l’intensificarsi del dibattito sulla responsabilità sociale, sull’ambiente e sulla globalizzazione. Solo tre fondi pensione non offrono alcuna garanzia mentre 28 un solo comparto garantito, 13 ne hanno due, un fondo offre tre comparti garantiti, e un altro addirittura cinque. Dei 62 comparti garantiti, 37 prevedono il minimo garantito, mentre i restanti 25 danno la garanzia di capitale. Andando ai profili di flessibilità del piano finanziario oltre il 69% dei fondi pensione aperti permette lo switch senza aggravio di costi, l’80,4% consente la ripartizione dei contributi contemporaneamente su più linee, il 91% offre la possibilità di effettuare versamenti aggiuntivi. Interessante poi osservare la combinazione previdenziale/assicurativa in ottica di protezione totale dell’aderente. Quasi il 57% dei fondi pensione aperti non offre prestazioni accessorie. Nell’ambito invece del 43,48% del mercato che prevede tali forme di coperture, sette fondi pensione aperti contemplano una sola garanzia accessoria identificata alternativamente come copertura caso morte oppure caso morte e invalidità permanente, 12 prevedono le due forme di copertura in forma abbinata, un solo fondo offre invece tre forme di copertura, caso morte, invalidità permanente, caso morte e invalidità permanente. (riproduzione riservata)