Un utile consolidato che raddoppierà nel 2013 a 140 milioni (dai 70 del 2010), con un roe al 9% e un ratio a regime di Solvency II superiore al 130 per cento. Questi i principali target del piano d’impresa 2011-2013 di Cattolica Assicurazioni. Nel prossimo triennio, il gruppo scaligero «punta a raggiungere maggiori e crescenti margini di profittabilità, grazie al miglioramento della redditività del business vita, al consolidamento ulteriore della perfomance tecnica del ramo danni, alla razionalizzazione della struttura di costo e allo sviluppo di nuove iniziative di rafforzamento della capacità del gruppo», ha spiegato ieri l’ad Giovan Battista Mazzucchelli, che ha escluso una ricapitalizzazione, nonostante l’assemblea abbia rinnovato la delega al cda di procedere a un aumento fino a 500 milioni. «La compagnia non ha nessuna intenzione di procedere a un aumento di capitale» grazie «all’elevata flessibilità finanziaria disponibile e a un target, a regime di Solvecy II, superiore a 130%», ha precisato l’ad, aggiungendo però che la possibilità di una ricapitalizzazione si porrà «solo se dovessero presentarsi delle occasioni irrinunciabili» per lo shopping. Intanto si è appreso ieri che Cattolica ha partecipato alla ricapitalizzazione di Ubi Banca, di cui detiene l’1,25 per cento. «Abbiamo ritenuto di partecipare pro-quota all’aumento» da 1 miliardo di Ubi Banca, ha aggiunto Mazzucchelli, spiegando che ritiene sia «un investimento positivo, anche per la valenza degli accordi che abbiamo nella bancassicurazione», ha detto. Tornando al piano, un’attenzione particolare va alla creazione di valore per soci e azionisti: secondo il business plan, infatti, la politica dei dividendi sarà attrattiva, con un payout non inferiore al 60 per cento. Inoltre, la raccolta premi danni dovrebbe crescere da 1.594 milioni del 2010 a 1.790 milioni al 2013, mentre il rapporto sinistri a premi è visto al 70% dal 71,2% del 2010 con un utile netto danni a 90 milioni da 54 milioni nel 2010. Quanto al vita, le riserve aumenteranno dagli attuali 12,1 miliardi a 13,8 miliardi, mentre il valore della nuova produzione salirà dai 24 milioni del 2010 a 45 milioni, con profitti netti che raddoppieranno a 50 milioni dai 25 milioni di fine dicembre. In Borsa però chiuso a 15,72 euro, in calo del 2,9%, in scia a un mercato fortemente negativo.