Già a luglio i gestori potranno compensare i risparmi d’imposta e liberare una parte dei 3,7 miliardi di euro congelati dall’Erario 

di Anna Messia

Che per l’industria del risparmio gestito, alle prese dall’inizio anno con un deflusso di 7 miliardi, ogni aiuto sia ben gradito è fuori di dubbio. E un sostegno al settore potrebbe presto arrivare dall’Agenzia delle entrate, che la prossima settimana dovrebbe emanare la circolare che rende operativo il passaggio dalla tassazione sul maturato a quella sul realizzato, che partirà dal 1° luglio prossimo.

Un cambiamento epocale, atteso da tempo dall’industria, perché consentirà di rimuovere le penalizzazioni subite finora dai prodotti italiani rispetto a quelli esteri, tassati già sul realizzato, cioè al momento del disinvestimento.

 

E l’Agenzia guidata da Attilio Befera, salvo sorprese dell’ultimo minuto, dovrebbe recepire i contenuti del documento preparato dalla task force riunita nei mesi scorsi da Assogestioni proprio in vista della rivoluzione di luglio. Alle riunioni dell’associazione guidata da Domenico Siniscalco hanno preso infatti parte anche i tecnici dell’Agenzia delle entrate, che dovrebbero quindi recepirne ufficialmente i contenuti nella prossima circolare. E un passaggio cruciale del documento conclusivo della task force è «la possibilità di compensare già dal 1° luglio tutti i risparmi d’imposta che sono presenti nei fondi con i debiti verso l’Erario presenti in tutte le tipologie di fondi di uno stesso gestore, aperti o chiusi che siano. Oltre, ovviamente», spiega Arianna Immacolato, direttore del settore fiscale di Assogestioni, «alla compensazione con le ritenute sui proventi dovute dal primo luglio dai partecipanti al fondo». Senza dover attendere la data di effettivo versamento all’Erario, fissata il 16 febbraio, i fondi potranno così liberare subito parte dei 3,7 miliardi di euro accumulati in questi anni come risparmio d’imposta (crediti verso l’Erario) per colpa della tassazione sul maturato. Così, prima dell’estate, il settore beneficierà di un’importante iniezione di liquidità. Il documento preparato dall’industria ha poi chiarito che il nuovo sistema di tassazione si applicherà a tutti gli organismi di investimento collettivo istituiti in Italia, che investono il patrimonio non solo in asset finanziari ma anche in beni per i quali esista un mercato e il cui valore sia determinabile con certezza almeno ogni sei mesi. La novità spalanca le porte a prodotti finora off-limits, come i fondi che investono direttamente in oro e altri metalli, oppure quelli sui crediti e le opere d’arte. Creare simili prodotti finora era proibitivo proprio per via delle penalizzazioni fiscali. (riproduzione riservata)