Ancora una giornata pesante per il titolo Azimut, che nel finale è riuscito a contenere il calo al 2,4% a 6,72 euro dopo essere arrivata a perdere il doppio a metà giornata. A dare un’accelerata al ribasso è stato il dato sulla raccolta netta di risparmio gestito, negativa per 72 milioni (mentre quella di risparmio amministrato è positiva per 23 milioni). Il totale delle masse gestite si attesta a quota 14,7 miliardi di euro. Pietro Giuliani, presidente e ceo del gruppo, ha spiegato il deflusso con la preoccupazione degli investitori, soprattutto istituzionali, ma ha confermato i piani di crescita comunicati in occasione della recente assemblea di bilancio. Azimut è anche impegnata in una revisione dei meccanismi che regolano le reti di promotori. Ma il dato di maggio ha dato il destro a Equita e Banca Leonardo per abbassare i target price su Azimut rispettivamente da 10 a 9,4 euro (che corrisponde a circa 12 volte gli utili stimati per il 2012) e da 10,5 a 9 euro. Equita fa presente che «alla luce della performance media di maggio, +0,3%, che segue a un aprile leggermente negativo, abbiamo ridotto la stima delle performance fees 2011 da 65 a 57 milioni e quindi l’utile netto 2011 di Azimut del 7% a 99 milioni» rispetto agli 87 milioni del 2010. Resta il fatto che rispetto ai massimi toccati all’inizio di maggio, attorno a 8,3 euro, l’azione ha perso il 20%, appena attenuato dalla distribuzione del dividendo.