Il gruppo Fondiaria Sai, attualmente azionista delleGenerali con l’1,15%, dovrà uscire dal capitale del Leone. E’ questo, secondo quanto risulta a MF, uno degli impegni che la compagnia controllata dalla famiglia Ligresti avrebbe preso nei confronti dell’Antitrust per ottenere l’ok all’ingresso di Unicredit nel capitale della stessa Fondiaria-Sai. Fintanto che la cessione del pacchetto nelle Generali non sarà effettuata, la quota dell’1,15% nel Leone avrà i diritti di voto sterilizzati.

L’altro impegno che sarebbe stato preso nei confronti dell’Antitrust per consentire l’ingresso di Unicredit in FonSai riguarda i 3 consiglieri che Piazza Cordusio nominerà nel cda della compagnia. Unicredit si sarebbe impeganata a far sì che due di questi siamo indipendenti e non siano legati alla banca. Per quanto riguarda il terzo consigliere, nel caso dovesse provenire dal management della banca, Piazza Cordusio si è impegnata a fare in modo che questo non si occupi di corporate & investmente banking o di assicurazioni.

Confermate infine le anticipazioni di MF-Milano Finanza, secondo cui i 3 consiglieri espressione di Unicredit, che è stata assistita dallo studio legale Carbonetti e dall’avvocato Francesco Sciaudone dello studio Grimaldi, non potranno partecipare alle discussioni e al voto delle delibere riguardanti le partecipazioni di Fondiaria-Sai inMediobanca e nelle Generali. Advisor legale di Fondiaria Sai è stato lo studio D’Urso Gatti.

Le autorizzazioni sono arrivate anche da ISVAP e Consob. L’Isvap ha autorizzato UniCredit ad assumere una partecipazione pari al 6,6% del capitale ordinario di Fondiaria-Sai. La richiesta di assumere una quota in Fonsai, rileva la disposizione dell’ISVAP, configura da parte di Unicredit la possibilità di esercitare una influenza notevole sull’impresa di assicurazione. Considerato però che a seguito dell’istruttoria non sono emersi elementi ostativi l’autorità ha dato il proprio benestare.

La Consob ha autorizzato FonSai e la controllata Milano Assicurazioni alla pubblicazione dei prospetti informativi sugli aumenti di capitale, rispettivamente da 450 e da 350 milioni di euro.