Dal 2012 i posti riservati nei cda

di Anna Linda Giglio

Via libera alle quote rosa nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate. La camera ha infatti approvato in terza lettura e in via definitiva la proposta di legge, prima firmataria Lella Golfo del Pdl, che prevede che nei rinnovi dei cda che avverranno a partire dal 2012 un quinto dei posti siano riservati ad appartenenti al gentil sesso, quota che nel secondo mandato salirà a un terzo. Voto bipartisan, quello di ieri, per un provvedimento il cui iter parlamentare è iniziato nel 2009. Dopo l’approvazione in prima lettura in commissione finanze alla camera, in sede legislativa, il provvedimento ha rischiato lo stop al senato dove solo la soluzione di compromesso proposta dalla relatrice Maria Ida Germontani è riuscita a mediare tra chi voleva l’approvazione del testo nella sua versione originale, e dunque l’immediata entrata a regime delle quote rosa, e il governo che invece proponeva un’introduzione graduale, lungo tre mandati. La versione finale del provvedimento, dunque, stabilisce che l’obbligo di riservare alle donne parte dei posti in cda e negli organi di controllo decorra dopo un anno dall’entrata in vigore della legge, riservando al genere meno rappresentato, per il primo mandato in applicazione della legge, una quota pari ad almeno un quinto degli amministratori e dei sindaci eletti. I rinnovi per il mandato successivo, invece, ovvero quelli relativi al triennio 2015-2018, dovranno tenere conto di una quota riservata di un terzo dei posti. Molto articolato, dopo le modifiche introdotte al senato, anche il sistema sanzionatorio previsto per le società che rispettano la legge. All’originale decadenza dei componenti eletti, si sostituisce ora un’iniziale diffida da parte della Consob con l’intimazione ad adeguarsi entro il termine massimo di quattro mesi. Se la società non ottempera alla diffida, è prevista l’applicazione di una sanzione pecuniaria amministrativa da 100 mila a un milione di euro, secondo criteri e modalità che saranno stabiliti con regolamento della Consob, e la fissazione di un ulteriore termine di tre mesi per adempiere, In caso di ulteriore inosservanza anche della seconda diffida si applica la sanzione della decadenza dei membri del consiglio. Norme analoghe (differenziate nell’importo della sanzione pecuniaria, in questo caso da 20 mila a 200 mila euro) sono previste anche per il mancato rispetto delle quote rosa negli organi di controllo societari. «È una vittoria delle donne italiane» ha commentato Lella Golfo. «È una legge che ci voleva, abbiamo fatto un grande lavoro. Questa è una legge epocale che ci avvicina all’Europa».