Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il primo accordo internazionale del tycoon nel suo secondo mandato alla Casa Bianca porterà benefici a entrambi i Paesi, sostiene: «Il Regno Unito eliminerà o ridurrà una serie di barriere non tariffarie che discriminano i prodotti americani» e così verranno garantiti miliardi di dollari in nuove opportunità di accesso al mercato britannico per le esportazioni Usa, con un forte impatto sul settore agricolo. Gli Usa inoltre spuntano sconti sulla tassazione britannica sui colossi del tech  e un accesso più facile nel Regno per il settore farmaceutico. Dal canto loro invece gli Usa ridurranno a zero i dazi sull’acciaio e l’alluminio britannici (il 9% dell’export Uk di acciaio è assorbito dagli Usa) nonché abbasseranno al 10% i dazi (attualmente al 27,5%) su 100.000 auto prodotte in Uk ogni anno e consentiranno al Regno Unito di spedire i motori Rolls Royce per gli aerei Boeing «senza dazi doganali». Anzi presto ci sarà un acquisto britannico di areoplani Boeing da 10 miliardi. L’accordo siglato con il presidente Trump «salverà migliaia di posti di lavoro», ha voluto sottolineato il premier britannico, Keir Starmer.
Doppio record per Poste Italiane che ha chiuso il primo trimestre con l’utile netto più alto di sempre, pari a 597 milioni (+19%), e con il massimo storico raggiunto in borsa dalla quotazione del 2017. Le azioni hanno chiuso ieri a 18,42 euro, in crescita dello 0,35%, spinte non solo dai risultati ma anche dalle parole del ceo Matteo Del Fante, che ha annunciato lo studio di sinergie da sviluppare assieme a Tim. Sul fronte dei risultati, nel primo trimestre dell’anno il gruppo postale ha registrato ricavi a 3,2 miliardi, in crescita del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con i servizi finanziari che hanno contribuito per 1,4 miliardi (+5,5%), quelli assicurativi per 442 milioni (+11,3%) e Postepay per 398 milioni (+5%). Nonostante i costi in aumento del 4,6% a 2,6 miliardi il risultato operativo adjusted è salito del 12,8% a 796 milioni, grazie soprattutto alle assicurazioni (378 milioni), e l’utile netto è aumentato appunto a 597 milioni.
Bper Banca ha chiuso il primo trimestre con profitti per 442,9 milioni (il dato relativo ai tre mesi migliore di sempre sotto il profilo adjusted), su attese per 365,4 milioni. I ricavi si assestano a 1,429 miliardi (1,36 miliardi un anno prima) su stime per 1,35 miliardi a fronte di un margine di interesse (una voce che cala con il taglio dei tassi) di 811,9 milioni (-3,8%, stime per 813,1 milioni). Positivo il contributo delle commissioni nette per 541,1 milioni (+8,5%) derivanti dal risparmio gestito (+18,7%) e dal segmento bancassurance (+26,9%). Bper ha reso noto ieri di aver ricevuto il via libera dell’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) per l’offerta di acquisto su Banca Popolare di Sondrio. Inoltre, l’Ivass ha rilasciato l’autorizzazione a detenere una partecipazione qualificata superiore al 30% nel capitale di Arca Vita, in relazione sempre all’ops su Sondrio.
Credem ha chiuso i primi tre mesi del 2025 riportando un utile netto consolidato di 229,3 milioni, in crescita tendenziale del 42,5%. Il roe normalizzato annualizzato, ha spiegato l’istituto emiliano in una nota, si è attestato al 13,4%, con il rote al 15,2%. Il margine di intermediazione è stato di 475,4 milioni, in contrazione del 9,5% anno su anno.
Inizia con il miglior primo trimestre della storia il 2025 di Azimut: 107 miliardi di euro di masse (+4,4% rispetto a fine 2024), 115 milioni di utile e 112 di utile ricorrente, in crescita del 13%. Risultati, ha spiegato il co-ceo e cfo Alessandro Zambotti, «sostenuti da una crescita robusta dei ricavi ricorrenti, pari al 7,9%», in un contesto in cui il gruppo «ha saputo mantenere una solida redditività»
La raccolta netta spinge i risultati di Banca Mediolanum, che archivia il primo trimestre con 316 milioni di euro di commissioni nette, in aumento del 9%. Tale dato favorisce a sua volta il margine operativo (279 milioni), compensando il calo del 18% nel margine da interessi, che risente della flessione dei tassi. L’utile netto della società di risparmio gestito guidata dall’amministratore delegato Massimo Doris è così arrivato a 243 milioni, in aumento del 10%. Il totale delle masse gestite e amministrate da Mediolanum a fine trimestre ha superato 140 miliardi di euro, segnando una crescita annua dell’1%
La Commissione Europea ha approvato, ai sensi delle norme Ue in materia di aiuti di Stato, la reintroduzione del regime italiano del Registro Internazionale delle navi. La Commissione ha approvato il regime originario nel 1998 e nuovamente nel 2004. L’11 giugno 2020, la Commissione ha approvato una proroga del regime fino alla fine del 2023. L’Italia aveva notificato alla Commissione la reintroduzione del regime fino alla fine del 2033. Nell’ambito del regime, le compagnie di navigazione ammissibili che iscrivono le proprie navi nel Registro Internazionale beneficiano di una riduzione dell’imposta sulle società e di altri benefici, come l’esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i marittimi, una riduzione dell’imposta sui contratti di assicurazione delle navi o una riduzione dell’imposta sulla registrazione dei contratti di lavoro per i marittimi.

  •  Via libera dell’Aula della Camera al decreto
che proroga, al primo ottobre 2025 per le medie imprese e al 31 dicembre 2025 per le piccole e micro imprese, l’obbligo di stipulare una assicurazione contro i rischi catastrofali prevista nella manovra 2024. Il testo è stato approvato con 128 voti favorevoli, 79 astenuti (le opposizioni) e nessuno contrario. Ora passa al Senato per la seconda lettura
Dichiarazione dei redditi con taglio di 260 euro della detrazione per i contribuenti con reddito complessivo oltre i 50 mila euro. Gli effetti della disposizione, nata per calmierare nel 2024 il risparmio fiscale ottenuto dai contribuenti con redditi oltre i 50 mila euro in conseguenza del nuovo sistema di aliquote Irpef, passate da quattro a tre, in molti casi non era nota e è attualmente percepita come una brutta sorpresa emersa in fase di predisposizione della dichiarazione dei redditi 2025 per l’anno d’imposta 2024. Come ribadito nella circolare 2/E pubblicata il 6 febbraio 2024 dall’agenzia delle entrate ed avente ad oggetto le prime analisi sulla riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi derivanti dal citato decreto legislativo, si tratta degli oneri per i quali la detrazione delle spese sostenute è fissata nella misura del 19% dal Tuir o da qualsiasi altra disposizione fiscale (ad esclusione delle spese sanitarie), delle erogazioni liberali ai partiti politici e dei premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi.
La somma pari al valore dei lavori appaltati e non eseguiti non può formare oggetto di un’azione restitutoria e/o risarcitoria in favore del committente che non ha mai sostenuto tale esborso, bensì eventualmente in favore dell’erario “qualora l’amministrazione statale abbia provveduto a pagamenti per il relativo bonus”. Questa è la conclusione cui giunge il Tribunale di Monza con la sentenza n. 613 del 25 marzo 2025, che ha disposto altresì “la trasmissione di copia della sentenza all’Agenzia delle Entrate” per le eventuali determinazioni in ordine al recupero che si rendesse giustificato. Ciò in quanto gli accertamenti svolti sul cassetto fiscale hanno confermato come l’appaltatore avesse già accettato, a titolo di corrispettivo per i lavori oggetto di contratto, cessioni di crediti per oltre 200mila euro, di cui aveva già usufruito rifiutandosi di restituirli
Revocabile l’incentivo al posticipo del prepensionamento. Chi ne ha fatto richiesta, è restato al lavoro e rinviato la pensione in cambio di ricevere un aumento in busta pari alla quota di contributi versata mensilmente all’Inps (9,19%), può ripensarci facendo istanza di rinuncia all’Inps. In tal caso, gli effetti (lo stop al bonus e la possibilità di accedere al pensionamento) decorrono dal mese di paga successivo a quello in cui è presentata la revoca. Lo precisa l’Inps nel messaggio n. 1411/2025, dettando le istruzioni sulle verifiche delle domande di bonus per il conseguente via libera operativo con decorrenza non antecedente al 1° febbraio 2025
Un quarto degli italiani tra i 50 e i 74 anni non lavora e non percepisce una pensione. Una quota pari al 24,4%, superiore alla media Ue dell’8%. Inoltre, la percentuale di pensionati in questa fascia d’età (32%) è tra le più basse del vecchio continente. È quanto emerge dal report pubblicato ieri dall’Istat, dal titolo «Pensione e partecipazione al mercato del lavoro», inserito nella Rilevazione sulle forze di lavoro condotta nel corso del 2023.

Delfin ha superato la soglia del 10% (10,053%) di Generali quattro giorni dopo l’assemblea del 24 aprile che ha rinnovato i vertici della compagnia, confermando il ceo Philippe Donnet e il presidente Andrea Sironi. L’aumento del peso nel Leone si deve al buyback varato dalla compagnia triestina e al successivo annullamento di 19,6 milioni di azioni proprie (pari all’1% del capitale). La cassaforte presieduta da Francesco Milleri ha superato quel 9,82% del capitale in portafoglio il 28 aprile.

Enti del terzo settore e responsabilità degli amministratori. Le direttive fissate dal Codice del terzo settore (Cts) disegnano un modello costruito sulla “falsariga” di quanto previsto per le società per azioni, attraverso una serie di richiami alle relative disposizioni codicistiche (articoli 2392 e seguenti del Codice civile) che, tuttavia, dovranno essere adattate alle caratteristiche degli Ets. La responsabilità per i danni verso l’ente si configura laddove la condotta si ponga in contrasto con i doveri imposti dalla legge o dallo statuto e assume il carattere della solidarietà con gli altri amministratori, tranne per le attribuzioni proprie del comitato esecutivo o di singoli amministratori. In verità, anche in tal caso si può configurare una responsabilità solidale, ma di carattere omissivo che si manifesta qualora l’amministratore a conoscenza di fatti pregiudizievoli non si attivi per impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le conseguenze dannose. La responsabilità verso i creditori sociali emerge in presenza di una gestione non diligente, che comprometta la capacità dell’ente di far fronte ai propri obblighi a seguito della mancata conservazione dell’integrità del patrimonio, fermo il diritto al risarcimento da parte del fondatore o degli associati nonché dei terzi direttamente danneggiati da atti colposi o dolosi degli amministratori.