Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Sembra essere scoppiata la Btp mania tra i piccoli e i grandi risparmiatori italiani. Nuova prova della voglia di bond retail, e più in particolare di emissioni pubbliche, è stata l’ultima emissione del Btp Italia indicizzato all’inflazione che, in tre giorni, dal 27 al 29 maggio, ha registrato una raccolta di 6,5 miliardi tra 190 mila piccoli risparmiatori. Ma è già da un po’ di tempo a questa parte che gli italiani hanno riscoperto gli investimenti obbligazioni, come emerge dall’ultima relazione annuale di Banca d’Italia di venerdì 30 maggio che, numeri alla mano, ha evidenziato come il trend sia partito nel 2022. Se tra il 2010 e il 2021, in concomitanza con una fase di bassi tassi d’interesse, gli italiani avevano cercato qualche soddisfazione in più nel risparmio gestito, ovvero fondi comuni e polizze, trascurando un po’ i bond, ora la passione per le obbligazioni si è chiaramente riaccesa.
Un conto è il risiko, un altro è la strategia competitiva. Nel frenetico dibattito sull’incrociarsi di operazioni straordinarie nel sistema bancario italiano, dominato da logiche difensive tattiche, l’offerta pubblica di scambio volontaria lanciata da Mediobanca su Banca Generali si distingue per visione strategica. Valutandone i contenuti industriali, infatti, si tratta non solo di una proposta di consolidamento di masse gestite ma anche di un progetto di costituzione di un’innovativa infrastruttura strategica per l’integrazione dei risparmi italiani nel cuore del sistema finanziario europeo. L’operazione, valutata circa 6,3 miliardi di euro e strutturata tramite il conferimento delle azioni Generali detenute da Mediobanca, si propone di generare un’entità combinata con oltre 210 miliardi di euro di asset under management, 2 miliardi di ricavi e circa 800 milioni di utile netto. Ma la portata dell’operazione va ben oltre le cifre.
Alcune banche potrebbero essere sopravvalutate. Ad accendere un faro sui prezzi borsistici del sistema creditizio italiano non è stato un analista particolarmente prudente, ma il ceo del primo gruppo finanziario del Paese: Carlo Messina. Il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo ha parlato pochi giorni fa al consiglio nazionale della Fabi e le sue considerazioni hanno avuto l’effetto del proverbiale sasso nello stagno. Specie perché arrivano nel pieno del fermento da risiko bancario, tra indiscrezioni, offerte e capitalizzazioni che per molti istituti toccano i massimi storici. «Se hai un valore di borsa che incorpora un premio per determinate aspettative di aggregazioni o sinergie, io da risparmiatore mi porrei delle questioni e guarderei con attenzione», ha osservato Messina. La domanda a questo punto è tanto semplice quanto decisiva: le attuali quotazioni dei titoli bancari riflettono davvero i fondamentali oppure stiamo assistendo alla formazione di una bolla?
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il settore assicurativo, rendendo i processi più rapidi e automatizzati, rafforzando la valutazione dei rischi e aumentando l’efficacia nella prevenzione delle frodi. Tuttavia, il suo utilizzo può anche introdurre nuovi elementi di criticità o amplificare i rischi già presenti. Per questo motivo l’EIOPA ha posto a consultazione un proprio parere scritto, con cui l’Autorità esprime la propria opinione rispetto al tema, con l’obiettivo di fornire chiarimenti sui principi e requisiti più rilevanti previsti dalla normativa di riferimento del settore assicurativo, che dovrebbero essere presi in considerazione in relazione ai sistemi di intelligenza artificiale che, ai sensi dell’AI Act, non sono né vietati né sono considerati ad alto rischio. Il parere offre indicazioni su come applicare le disposizioni della normativa settoriale ai sistemi di IA, considerando che alcuni di essi non esistevano o non erano ampiamente adottati al momento della sua approvazione, stabilendo aspettative di vigilanza di alto livello riguardanti i princìpi di governance e gestione dei rischi. EIOPA si aspetta che le imprese assicurative sviluppino tali linee guida, per garantire un impiego responsabile dell’intelligenza artificiale, tenendo conto del rischio e della proporzionalità.
  • La semplicità di Riserva Reale Forever
Riserva Reale Forever (Convenzione Gold) è una polizza pensata per il reinvestimento del capitale nel medio-lungo periodo. Offre la serenità della restituzione del capitale iniziale investito in caso di decesso dell’assicurato, in quanto Reale Mutua garantisce la restituzione di un importo pari almeno al capitale iniziale conferito. Insieme alle opportunità di rendimento associate al fondo a gestione separata denominato Reale Uno, dalle caratteristiche conservative. Riserva Reale Forever Convenzione Gold è un prodotto di investimento assicurativo a premio unico e a vita intera, pertanto, la sua durata è pari al
periodo compreso tra la decorrenza del contratto e il decesso dell’assicurato. Il contratto è estremamente semplice e lineare e non prevede alcuna opzionalità.
  • Per superare i momenti difficili guardare a orizzonti lontani

Prudente e con il pensiero rivolto al futuro della famiglia e dei figli. Ma abbastanza convinto di riuscire a onorare questi impegni. Quando medita sul proprio futuro economico, quasi un italiano su due (46%) è ottimista e fiducioso, mentre il 35% vede un po’ di incertezza. Comunque, solo il 19% si dice pessimista. Il dato emerge dall’ultima ricerca dell’osservatorio Sara Assicurazioni sul rapporto tra italiani e risparmio, secondo cui le principali preoccupazioni riguardano soprattutto l’inflazione e i rincari dei prezzi (40%), le basse retribuzioni (34%) e le scarse risorse economiche (21%), che interessano una fascia di popolazione. Ma quali sono gli obiettivi di risparmio e investimento? Al primo posto, come detto, famiglia e figli (28%), seguito dall’esigenza di far fronte alle difficoltà economiche del momento (17%) e dal desiderio di incrementare il tenore di vita (17%). Per il 14% c’è anche l’obiettivo della prevenzione: accantonare un capitale per proteggersi dagli imprevisti.

La pensione anticipata Quota 100 «non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui». Il superamento di tale soglia comporta la sospensione della pensione per l’intero anno in cui è stato prodotto il reddito incumulabile. È quanto ha chiarito il Ministero del Lavoro, in risposta a un question time svolto questa settimana in Commissione Lavoro alla Camera. Nello specifico, l’interrogante, in relazione alla disciplina dell’incumulabilità (art. 14, comma 3, del DL n. 4/2019), aveva eccepito la mancanza di proporzionalità tra la violazione della soglia di 5.000 euro — anche per importi minimi — e la sanzione disposta, ossia la sospensione della pensione per l’intero anno in cui è stato prodotto il reddito incumulabile. È stata quindi ritenuta eccessivamente punitiva la sospensione, anche considerando che la norma di riferimento non prevede sanzioni specifiche, in caso di violazione del divieto di cumulo.
Via libera alla rivalutazione extra delle rendite Inail nel settore agricoltura. Tra l’anno 2020 e il 2024, infatti, c’è stata la variazione della retribuzione media giornaliera del 17,07% superiore al 10% che fa scattare la rivalutazione extra dal 1° gennaio. Lo stabilisce il dm n. 82/2025 del ministero del lavoro, pubblicato sul sito, che approva la delibera Inail n. 40/2025. Con decreto ministeriale n. 81/2025, pubblicato sempre sul sito, il ministero approva anche la delibera n. 44/2025 con la retribuzione convenzionale per le prestazioni dei medici esposti a radiazioni ionizzanti.

corsera

«L’elevato interesse per l’operazione su Banca Generali che stiamo registrando in queste settimane e il positivo andamento dei titoli in borsa supportano la nostra convinzione che Banca Generali sia il partner ideale per dare vita a un progetto straordinario». Con queste parole l’ad Alberto Nagel ha introdotto la relazione del Consiglio di Mediobanca in preparazione dell’assemblea che il 16 giugno prossimo si esprimerà sull’operazione. Il documento ha sottolineato la forte valenza industriale e finanziaria del progetto: con l’Ops su Banca Generali nascerà il leader italiano nel Wealth management di fascia alta con 210 miliardi di masse in gestione, 4,4 miliardi di ricavi e e una rete di oltre 3.700 professionisti. Dalla focalizzazione sul Wealth management sono stimati ricavi pari a circa il 50% delle revenues del gruppo, con una rilevante capacità di creazione di capitale, pari a 270 punti base per anno. Il Cet 1 ratio passerebbe dall’attuale 14 a un livello di 16,70.

Un mercato del lavoro che resiste, ma è sempre più stretto tra denatalità, gap di competenze, e bassa produttività. La relazione del governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, illustrata ieri a palazzo Koch, è piuttosto chiara: l’occupazione ha superato nel 2024 le 24 milioni di unità, e il tasso di disoccupazione è sceso dal 10 al 6 per cento. Ma le nubi all’orizzonte non mancano. Entro il 2040, come dice l’Istat, il numero di persone in età lavorativa si ridurrà di circa cinque milioni di unità. Ciò potrebbe comportare una contrazione del prodotto stimata nell’11 per cento, pari all’8 in termini pro capite. Ecco allora, ha proseguito Panetta, che è necessario aumentare i tassi di partecipazione, in particolare di giovani e donne. Il tasso di occupazione femminile è di gran lunga inferiore a quello maschile, e tra i peggiori a livello internazionale. Ci sono poi tanti italiani che lasciano il Paese: negli ultimi 10 anni sono emigrati 700mila connazionali, un quinto dei quali giovani laureati. Recuperare donne ed expat è certamente importante, complice anche il trend demografico in atto. Ma non basta: serve coinvolgere l’immigrazione regolare, che può fornire un contributo rilevante, soprattutto nei settori delle costruzioni e del turismo. Il contributo può estendersi anche alle attività a maggior valore aggiunto: ma qui, ricorda Panetta, l’Italia sconta un ritardo grave. Tra i principali Paesi è infatti quello con la più bassa quota di immigrati laureati.
AmTrust assicurazioni, compagnia leader nel mercato della responsabilità civile professionale ha avviato una nuova business unit dedicata al Cyber Risk. L’iniziativa rappresenta un’evoluzione strategica del portafoglio AmTrust, che nei 15 anni di attività ha consolidato il suo ruolo nel settore della responsabilità sanitaria e nella medical malpractice, per la protezione di ospedali, cliniche e professionisti sanitari con oltre il 40% per le coperture stipulate con gli enti ospedalieri e con oltre 100mila medici assicurati. Attualmente dei 300 milioni di dollari di premi raccolti in Italia circa il 90% è nel ramo sanità.
Per le grandi imprese la legge 78/2025 di conversione del Dl 39/25 (la legge è stata pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» di ieri ed è in vigore da oggi) comporta che non si applichi la norma generica per cui le polizze prevedono un eventuale scoperto o franchigia non superiore al 15% del danno. In altre parole, la copertura dai rischi catastrofali che in genere prevede, come con altre tipologie di polizze, una franchigia o scoperto, nel caso delle grandi imprese, evidentemente in considerazione degli elevati rischi (e danni in cui possono incorrere) arriva alla formulazione di una copertura globale.
Per i beni oggetto di assicurazione mediante polizza catastrofale resta valida l’interpretazione per cui il rimando ai beni dell’attivo di bilancio serve al solo scopo di individuare i medesimi. Il riferimento è quindi a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature, mentre sono esclusi gli altri beni e il magazzino. Ma questo non significa (anche) che siano obbligate le sole imprese che presentano questi beni nell’attivo di stato patrimoniale. Infatti, la norma impone di assicurare i beni indipendentemente dal titolo. Il che significa che l’obbligo sussiste anche per i beni condotti in locazione o leasing, non solo di proprietà. Da questo punto di vista il riferimento agli schemi di bilancio serve solo alla corretta individuazione degli asset interessati.

Piovono reclami nel settore delle polizze. Il termine è quello giusto visto che alla base dei 113.537 ricevuti dalle compagnie assicurative nel 2024 hanno giocato un ruolo importante anche condizioni atmosferiche: tra alluvioni, grandine e pioggia. A sottolinearlo è la stessa Ivass, Authority del settore assicurativo nel suo consueto report che analizza nel dettaglio le doglianze degli assicurati nel 2024, un anno in cui i reclami sono cresciuti nel complesso del 5,6%: nel dettaglio del 5,8% per le imprese italiane e del 4,3% per quelle estere.
Ha decisamente ridotto l’impatto la spinta che aveva riportato i Pir sulla strada del recupero. Gli obbligazionari, infatti, dopo aver fatto il pieno di consensi i mesi scorsi, ultimamente hanno rallentato il passo. Sono tornati in territorio positivo ad aprile per 9,8 milioni dopo il saldo negativo per 38 milioni registrato a marzo, ma l’entità dei risultati precedenti si è molto ridotta (basti pensare ai 411 milioni di febbraio o ai 122 di gennaio).
La volatilità colpisce anche le pensioni di scorta dei lavoratori italiani. Lo evidenziano i dati dei fondi pensione negoziali che Plus24 pubblica a pagina 16 di questo numero. I rendimenti, calcolati al 30 aprile 2025 (a eccezione di Agrifondo e Concreto i cui dati sono al 31 marzo 2025) mostrano decisi segni meno da inizio anno. Con le linee azionarie che perdono in media il -2,09%, le obbligazionarie sono in calo dello 0,45%, mentre per le bilanciate il rosso è dell’1,05 per cento. Le migliori, e non accadeva da tempo, sono le linee garantite che chiudono il periodo con un recupero medio dello 0,86 per cento. La gara con il Tfr, che non si misura certo in un quadrimestre, è più difficile visto che la rivalutazione netta del trattamento di fine rapporto segna nel periodo un +0,57 per cento.
L’ultima segnalazione giunge da Tivoli. Su richiesta del pm il Gip decide di archiviare la denuncia di un risparmiatore coinvolto in una truffa online da 100mila euro. La motivazione la spiega Fausto Fasciani, avvocato che ha assistito la vittima: «Pur non essendo stati effettuati approfondimenti investigativi il giudice riconosce l’oggettiva complessità di un’indagine e decide di non approfondire». Caso isolato? Niente affatto. Gli avvocati che si stanno specializzando in questa complessa materia lo confermano pressoché in coro: si tratta di una tendenza che si sta manifestando in molte procure italiane, soprattutto (ma non solo) nelle città più piccole, quelle che non sono distretti di corte d’Appello. Tanto che Roberto De Vita, penalista esperto in reati Cyber, per definire questa inazione penale ha coniato un efficace neologismo: “rassegnazione giudiziaria” nei confronti di queste fattispecie di reato.