Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

L’Europa ha a disposizione 9,5 trilioni di euro in risparmi, almeno tre volte di più degli Usa, grazie ad un tasso di risparmio record del 15% nel 2024, contro il 5% degli Stati Uniti. Il primo posto lo occupa la Germania con quasi 3.000 miliardi di depositi, seguita dalla Francia (1.947) e dall’Italia (1.275) secondo i dati della Banca Centrale Europea. A queste cifre andrebbe aggiunto il dato relativo alla liquidità (cash) delle famiglie, ovvero 676 miliardi di risparmi nelle prime cinque economie: Germania, Francia, Italia, Spagna e Olanda. Tuttavia molto poco viene investito nell’economia reale. E’ quanto emerge dalla ricerca del Centro Studi del Circolo Esperia che presenterà oggi a Roma all’evento Connact Finance & Insurance, dal titolo «Il piano Ue per investire i risparmi degli europei nelle aziende europee».
Il risparmio gestito italiano archivia il primo trimestre dell’anno con una raccolta netta di 8,3 miliardi di euro: risultato attribuibile in massima parte (86% del totale) ai fondi obbligazionari, che hanno portato 7,2 miliardi. È quanto emerge dalla mappa trimestrale di Assogestioni, associazione di categoria dell’asset management tricolore presieduta da Maria Luisa Gota (Eurizon). Il dominio dei comparti a reddito fisso è stato evidente: su 6,9 miliardi raccolti dai fondi aperti, gli obbligazionari hanno messo a segno afflussi superiori rispetto al dato complessivo, zavorrato dai pesanti riscatti su azionari (-2,2 miliardi) e bilanciati (-2,8).
Gli italiani possiedono in media 3,2 polizze, spesso distribuite su più compagnie, ma il 45% di loro sarebbe pronto a concentrarle su un’unica assicurazione in cambio di un premio migliore (64% dei casi), della comodità di un solo portale (59%) e di una miglior offerta (32%). A dirlo è l’Osservatorio Italia 2025 di Simon-Kucher.

Favorire l’accesso agli appalti da parte delle pmi, ridurre la burocrazia, semplificare le regole anche per accedere alle gare, procedere al rafforzamento della competitività europea assicurando maggiore concorrenza e trasparenza; la digitalizzazione va estesa. Sono questi alcuni dei temi evidenziati dal relatore Piotr Müller, deputato al parlamento europeo, nel progetto di relazione sugli appalti pubblici (2024/2103- INI) del 18/3/2025 che sfocerà nella proposta di risoluzione del parlamento europeo. Nel documento, indirizzato alla Commissione, si individuano le linee da seguire per il complesso e articolato processo di riforma delle direttive UE sugli appalti del 2014 riguardante un mercato di circa il 14 % del prodotto interno lordo dell’UE. Il documento prende anche atto che la riforma delle direttive attuata nel 2014 ha comunque lasciato irrisolti alcuni nodi in termini di efficienza, accesso ai dati e semplificazione dell’applicazione come evidenziato anche dalla relazione finale della Commissione dal titolo “SME needs analysis in public procurement”
Istituita la figura dell’Arbitro Assicurativo per garantire una maggiore tutela verso i consumatori nelle controversie assicurative. Come riferito da KTS Finance, con il Provvedimento n. 106122 entrato in vigore il 23 maggio 2025, l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) ha definito nel dettaglio le modalità operative dell’Arbitro Assicurativo, il nuovo organismo collegiale istituito per risolvere rapidamente e con costi contenuti le controversie tra clienti e compagnie assicurative. Si tratta dell’ultimo tassello di un percorso normativo avviato con il decreto ministeriale n. 215 del 6 novembre 2024, che recepisce la direttiva europea IDD (2016/97/UE). L’obiettivo è di rafforzare la protezione dei consumatori rendendo più semplice, trasparente e gratuito o quasi l’accesso alla risoluzione delle controversie, senza la necessità di ricorrere a cause legali. L’Arbitro Assicurativo sarà a disposizione solo dopo che il consumatore avrà presentato un reclamo diretto all’impresa o intermediario coinvolto
Social, e-mail e newsletter on line sono un campo minato per le associazioni: il maggior numero di violazioni della privacy, commesse nel settore non profit, riguarda errori commessi quando si caricano testi e documenti sui profili di reti sociali e quando si fanno circolare comunicazioni con strumenti elettronici. È quanto emerge dall’analisi dei provvedimenti del Garante della privacy pubblicati dall’Authority attualmente guidata da Pasquale Stanzione nelle sue relazioni annuali (www.garanteprivacy.it)
- Fondazione Unipolis per una società solidale
La Fondazione Unipolis riceverà fino al 5 giugno 2025 le domande di accesso alla seconda edizione del bando «Act – Aspirare. Coinvolgere. Trasformare.», lanciato per contribuire a realizzare nel Paese una società maggiormente solidale, equa e coesa, sostenendo le persone più fragili nell’accesso alle opportunità, all’autonomia e ai diritti. Il bando ha una dotazione finanziaria di 400 mila euro. I progetti possono essere presentati dai seguenti soggetti in qualità di organizzazione proponente: associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, altri enti del terzo settore, cooperative sociali e/o loro consorzi, imprese sociali. È auspicato il coinvolgimento di ulteriori soggetti in qualità di partner, che contribuiscano a diverso titolo alla realizzazione del progetto; pertanto, possono essere partner anche altre tipologie di soggetti giuridici non rientranti nelle categorie sopra elencate, come istituzioni pubbliche (comuni, regioni, università, etc.) e imprese private.
A tre settimane dall’assemblea di Mediobanca che dovrà esprimersi sull’Ops dello stesso istituto su Banca Generali — destinata anche a sciogliere i suoi legami storici con Assicurazioni Generali — Francesco Gaetano Caltagirone entra in partita e lo fa cominciando con un lungo colloquio con Bloomberg. Lo fa come azionista delle maggiori realtà finanziarie del paese: ha il 7,5% circa di Mediobanca, il 6,9% del Leone (ieri Moody’s ha migliorato l’outlook da stabile a positivo) e l’8% del Monte dei Paschi. Ma molta della sua attenzione resta sulla compagnia assicurativa nella quale è entrato con una partecipazione vent’anni fa e di cui è stato vice presidente per 12 anni. Ribadisce di essere fermamente contrario all’ultima operazione impostata dal ceo Philippe Donnet — cioè l’aggregazione con la francese Natixis nell’asset management. «Non c’è una valida motivazione economica per l’operazione, le sinergie e i benefici sarebbero minimi — dice Caltagirone —. Si sta demolendo una struttura costruita in quasi due secoli per gestire il risparmio in cambio di una fragile partnership». Un’operazione «senza razionale», difesa invece da Donnet che punta a creare il leader europeo nell’asset management per ricavi (4,1 miliardi) e con 1.900 miliardi di masse gestite.
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