Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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L’Ue rinvia di un altro anno le regole per le banche sui rischi di mercato di Basilea 3, a causa dei ritardi sulla normativa nel Regno Unito e soprattutto negli Usa. L’avvio della disciplina nota come Frtb (Fundamental Review of the Trading Book), in precedenza spostato dal 2025 al 2026, è ora atteso per il 2027. «La Commissione Ue adotterà a breve un nuovo atto delegato basato sulle risposte alla consultazione sul tema e sulla propria valutazione tecnica», ha spiegato Olof Gill, portavoce per i Servizi finanziari dell’esecutivo di Bruxelles. «L’atto delegato proporrà di posticipare di un ulteriore anno, fino al 1° gennaio 2027, la data di introduzione dei requisiti patrimoniali Frtb». La novità è stata comunicata dalla commissaria Maria Luís Albuquerque ai ministri finanziari europei durante l’Ecofin del 13 maggio.
Segnali di ripresa in Italia per il credito al consumo. Nel primo trimestre dell’anno la domanda di prestiti personali è cresciuta del 15% nel confronto annuale e di oltre il 13% rispetto all’ultimo trimestre del 2024. Andamento ambivalente per i prestiti finalizzati invece, che registrano una crescita del 4,23% rispetto al primo trimestre 2024 ma un calo del 4,22% rispetto a ottobre-dicembre. A scattare la fotografia dell’andamento del credito al consumo è l’ultimo rapporto di Segugio.it e Experian, che questo giornale può anticipare, in cui gli esperti evidenziano anche un aumentano degli importi richiesti per tutti i tipi di prestito.
La Commissione Europea non esclude la linea dura se il governo italiano non farà marcia indietro sul golden power nel caso Unicredit-Banco Bpm. Come riferito ieri da MF-Milano Finanza, Bruxelles ha acceso due fari sul Dpcm del 18 aprile sull’acquisizione lanciata da Andrea Orcel: attraverso la Direzione Servizi Finanziari della commissaria Maria Luís Albuquerque ha avviato la procedura Eu Pilot per raccogliere informazioni sull’uso dei poteri speciali e sulla loro compatibilità con il diritto Ue e le regole di Vigilanza. Tramite la Direzione Concorrenza della vicepresidente esecutiva Teresa Ribera sta valutando invece il rispetto della normativa Antitrust.

Quest’anno in Italia l’e-commerce B2c di prodotto supera i 40 miliardi di euro (40,1), con un incremento del 6% rispetto al 2024. Una crescita trainata da food&grocery e beauty&pharma (entrambi +7%), seguiti da arredamento e home living (+6%), abbigliamento e informatica ed elettronica di consumo (entrambi +5%). Sono alcuni dei dati presentati a Milano dall’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano, che rileva una crescita (di mezzo punto percentuale rispetto al 2024) anche del tasso di penetrazione dei prodotti: nel 2025 l’incidenza dei consumi online sui consumi totali è pari all’11,2% (era al 10,7% nel 2024). L’informatica ed elettronica di consumo è il comparto con l’incidenza dell’online più alta nel 2025, pari al 43% della spesa complessiva. Seguono arredamento e home living con un’incidenza del 20% e l’abbigliamento con il 18%
Primo giro di boa per le nuove regole sui monopattini elettrici. I dati sembrano essere incoraggianti anche se parziali. Mancano infatti ancora quelli più corposi della polizia locale, mentre ci sono già quelli di Polizia Stradale e di Carabinieri.Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha informato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, sui primi effetti dell’applicazione delle modifiche alla normativa. Tra le novità in vigore da dicembre 2024 ci sono l’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi, l’obbligo del casco protettivo e il divieto di circolare fuori centro abitato.Dalle informazioni in possesso del Mit (condivise da Polizia Stradale e Carabinieri) sui primi tre mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada risulta una riduzione del tasso di incidenti stradali (-5,5%). Il ministero precisa però che numeri si riferiscono ai soli rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri, mentre il restante 66% dei sinistri è rilevato dalla polizia locale
La desertificazione minaccia il futuro dell’agricoltura italiana. «Non è un fenomeno lontano o marginale. È già tra noi e colpisce duramente le nostre terre, in particolare nel Mezzogiorno, dove il terreno si sta progressivamente impoverendo, perdendo fertilità e capacità produttiva. Questo non è solo un allarme ambientale, ma una questione economica e sociale: in gioco c’è la tenuta delle imprese agricole, il reddito delle famiglie rurali e l’equilibrio territoriale del Paese». È quanto afferma Mario Serpillo, presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (Uci) nel commentare lo studio dei professori Marco Percoco (Università Bocconi) e Maurizio Malpede (Università di Pavia) sugli effetti della desertificazione sull’economia globale e italiana. Secondo l’analisi, la desertificazione può generare una perdita di Pil fino al 10% nelle aree più colpite e l’Italia, soprattutto nel Sud, è fra le regioni europee più esposte. Tra gli effetti registrati, il crollo del 60% dei raccolti di grano in Spagna e la trasformazione forzata del paesaggio agricolo marocchino con intere comunità rurali costrette a lasciare i campi. «È necessario attivare un piano nazionale straordinario per il recupero dei suoli, servono incentivi per pratiche agroecologiche e rigenerative, investimenti in infrastrutture per la raccolta e la gestione delle acque»
L’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, esclude una scalata alle Generali, mentre l’ops su Banco Bpm potrebbe decadere: lo ha riferito il top manager durante il consiglio nazionale della Fabi. E questo dopo che lunedì il numero uno di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, aveva detto che, se Gae Aulenti decidesse di puntare alla compagnia triestina, la prima cosa che farebbe sarebbe chiamare Orcel, dicendogli di fermarsi. Quanto al Banco, Orcel ha ricordato che Unicredit ha fatto ricorso al Tar, «ma il responso non arriverà in tempo per darci certezza della chiusura dell’operazione. Quindi l’ops potrebbe decadere», anche se «può sempre essere riproposta». In ogni caso, l’operazione fra Unicredit e Bpm è «valida industrialmente e strategicamente», pur scontrandosi «su visioni diverse che rendono l’operazione de facto non economica».

Moody’s ha alzato l’outlook a positivo da stabile di Unipol Assicurazioni. L’agenzia americana ha poi confermato il rating di solidità finanziaria assicurativa Baa2 del gruppo assicurativo presieduto da Carlo Cimbri

Il mercato auto in Europa resta in stallo, con volumi in linea con quelli del 2024. Nel mese di aprile, secondo i dati Acea, le immatricolazioni hanno chiuso a -0,3%, con il primo quadrimestre in calo dello 0,4% sullo stesso periodo di un anno fa. I volumi in Europa Occidentale (Ue+Efta+Uk), pari a 4 milioni e 459.087 autovetture da inizio anno, restano sotto i livelli del periodo pre-Covid di quasi il 20%. In questo contesto, continua la crisi di Tesla che ha visto dimezzare, nell’arco di un anno, la sua quota di mercato nel mese (0,7% delle immatricolazioni sul mercato europeo) mentre crescono le registrazioni dei cinesi di Saic che nel quadrimestre passano dall’1,4 al 2,2%.
C’è un Paese che si connette sempre di più. E non è solo quello dei giovani. È quello dei 65enni, anzi dei 65-74enni per essere precisi. Il rapporto poggia sulla ricerca di base Auditel, che da vent’anni mappa il Paese con 500mila indirizzi estratti, 20mila interviste familiari e 14mila individuali. I risultati raccontano di un’Italia con 121,6 milioni di schermi, tra televisori, smartphone, tablet e Pc. Ma raccontano anche un’altra storia relativamente agli over 65: una generazione che con lo streaming va a braccetto, con le tasche abbastanza piene da comprare smart Tv e l’alfabetizzazione digitale per usarle.
All’inizio del 2025 nel nostro Paese c’erano quasi 10 milioni di lavoratori over 50, il doppio rispetto a 20 anni prima. E del resto il rapporto annuale dell’Istat dice che nel 2024 è proseguita la crescita dell’occupazione la cui stima si attesta a 23,9 milioni (+352mila unità). L’80% della crescita (285mila unità in più) è dovuta proprio all’aumento degli occupati con 50 anni e oltre. Il dato è in parte legato alla stretta sull’accesso alla pensione che ha trattenuto più a lungo al lavoro ma soprattutto alle tendenze demografiche con i baby boomers e i nati nei primi anni 70, coorti molto più numerose di quelle successive, che hanno superato questa soglia di età. Crescono gli over 50 ma nelle aziende mancano piani per gestire la longevità e la compresenza di generazioni molto diverse fra loro, favorendone la collaborazione. Uno studio realizzato da Intoo e Wyser, due società di Gi group holding che si occupano rispettivamente di sviluppo e transizione di carriera e di ricerca e selezione di profili manageriali ed executive, evidenzia che non si può più gestire il tema generazionale immaginando solo gli scivoli pensionistici o poco più.