Il quadro che emerge dal Rapporto annuale 2025 dell’ISTAT appena pubblicato, mostra un’Italia che continua ad invecchiare, con un quarto della popolazione di 65 anni e più e oltre 4,5 milioni di individui con 80 anni e più. Nel frattempo, le nascite continuano a diminuire, con 370 mila nuovi nati nel 2024 e un tasso di fecondità sceso a 1,18 figli per donna. La popolazione residente è in costante calo, spinta da una dinamica naturale fortemente negativa, solo parzialmente compensata da un saldo migratorio positivo.

Al 1° gennaio 2025, la popolazione residente in Italia è pari a 58 milioni 934mila unità, in lieve diminuzione (-0,6 per mille) rispetto al 1° gennaio 2024. Prosegue il processo di decremento della popolazione, in atto dal 2014 e ormai strutturale, evidenziando un calo in linea con quello del biennio precedente (-0,4 per mille nel 2023, -0,6 nel 2022).

La popolazione straniera residente e i nuovi cittadini italiani rappresentano le uniche componenti in crescita. Gli ingressi dall’estero raggiungono 435 mila unità nel 2024 e anche le acquisizioni di cittadinanza raggiungono nuovi massimi. Tuttavia, aumenta anche l’emigrazione, in particolare tra i giovani italiani qualificati. Negli ultimi dieci anni, il Paese ha avuto una perdita netta di circa 97 mila laureati di età compresa tra 25 e 34 anni, con un forte impatto sul capitale umano disponibile per lo sviluppo.

La diminuzione della mortalità nel 2024 (-3,1 per cento sul 2023) ha contribuito all’aumento della speranza di vita alla nascita. Per gli uomini raggiunge gli 81,4 anni e per le donne 85,5, quasi cinque mesi di vita in più rispetto al 2023, superando i livelli pre-pandemici.

Il continuo aumento della sopravvivenza, da un lato, e la protratta bassa fecondità, dall’altro, fanno dell’Italia un caso esemplare in un’Europa che invecchia. Al 1° gennaio
2024, nell’UE27 l’età mediana è uguale a 44,7 anni, scende a 42,5 anni in Francia, è leggermente più alta in Spagna e Germania (circa 45), mentre raggiunge 48,7 anni in Italia (al 1° gennaio 2025 l’età media in Italia è 46,8 anni).

I bambini di età compresa tra 0 e 14 anni costituiscono il 14,6 per cento della popolazione dell’UE27. Tra i maggiori paesi europei la Francia presenta la quota più elevata di bambini (17,0 per cento), mentre la percentuale più bassa si registra in Italia (12,2 per cento).

Le persone in età lavorativa (da 15 a 64 anni) rappresentano il 63,8 per cento della popolazione dell’UE27, e quelle di età pari o superiore a 65 anni sono il 21,6 per cento (+2,9 punti percentuali rispetto a 10 anni prima), in aumento in tutti i paesi dell’UE27.
L’Italia detiene il primato nella percentuale di anziani, sfiorando un quarto della popolazione: 24,3 per cento e 24,7 rispettivamente all’inizio del 2024 e del 2025 (cfr. par. 3.1.4).

Tra gli individui al di sopra dei 65 anni (14 milioni e 573 mila), cresce in particolare il numero di persone di 80 anni e più (4 milioni e 591 mila, quasi 50 mila in più rispetto al 2024). Questo gruppo supera numericamente i bambini sotto i 10 anni di età (4 milioni e 326 mila): venticinque anni fa si contavano, invece, 2,5 bambini per un individuo di 80 anni e più e cinquanta anni fa lo stesso rapporto era di 9 a 1. Anche il numero di individui di almeno 100 anni ha raggiunto il massimo storico, superando, a inizio 2025, 23 mila e 500 unità. La popolazione in età attiva (15-64 anni), è pari a 37 milioni e 342 mila (63,4 per cento del totale, in diminuzione di un decimo di punto rispetto al 1° gennaio 2024), mentre i ragazzi fino a 14 anni sono 7 milioni e 19 mila (11,9 per cento, -0,3 punti percentuali rispetto al 2024). A livello territoriale subregionale si apprezzano importanti differenze per età.

Secondo le previsioni demografiche dell’Istat la popolazione residente in Italia è destinata a diminuire, passando da circa 59 milioni al 1° gennaio 2023 a 58,6 milioni nel 2030 e a 54,8 milioni nel 2050. Contestualmente, il rapporto tra persone in età lavorativa (15-64 anni) e quelle al di fuori di questa classe di età si ridurrà drasticamente, passando da tre a due nel 2023 a circa uno a uno nel 2050.
Nel 2050, le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 34,5 per cento del totale. Una crescita importante è attesa anche per la popolazione di 80 anni e più, dal 7,6 nel 2023 al 13,6 per cento nel 2050. I giovani fino a 14 anni di età, sebbene nello scenario mediano si preveda una fecondità in parziale recupero, potrebbero rappresentare entro il 2050 l’11,2 per cento del totale, con una moderata flessione in senso relativo ma non in assoluto.