Il settore agricolo europeo perde in media 28 miliardi di euro all’anno – pari al 6,4% dei raccolti dell’UE – a causa di condizioni meteorologiche avverse e, se la situazione dovesse continuare, si prevede che le perdite supereranno i 40 miliardi di euro all’anno entro il 2050. È questa l’allarmante previsione contenuta nello studio di HowdenInsurance and risk management tools for EU agriculture”, pubblicato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e dalla Commissione europea. Si tratta della prima analisi nel suo genere dei regimi di assicurazione agricola nell’UE. È stato commissionato dalla Direzione generale Agricoltura della Commissione e realizzato da BEI Advisory, nell’ambito della piattaforma fi-compass, con il supporto del gruppo globale di intermediazione assicurativa Howden.

Nel 2050 si prevede che il PML (perdite massime probabili) delle colture dell’UE aumenti del 45-63% nello scenario di emissioni medie e persistendo quello attuale, passando rispettivamente a 51-57 miliardi di euro. Con le perdite di bestiame correlate, questo potrebbe prevedibilmente aumentare oltre i 90 miliardi di euro.
Alcuni Stati membri potrebbero subire perdite estreme fino al 74% superiori a quelle attuali. Ad esempio, la Spagna, l’Italia e la Francia, esposte alla siccità, potrebbero subire le maggiori variazioni assolute delle perdite durante gli anni estremi.

AAL (Perdita media annua) delle colture attuali e stime del PML (perdita massima probabile) 1 su 50 anni (2% di probabilità annua) per siccità, gelate, grandine e pioggia.

Colture agricole PML 1-in-50 anni. Oggi e nel 2050 (SSP5-8.5).

% di AAL (perdita media annua per rischio e paese)
Draught = siccità – Frost= gelo – Hail= grandine – Rain= pioggia

Un dato particolarmente preoccupante emerso dallo studio è che solo il 20-30% delle perdite agricole causate dalle condizioni atmosferiche è assicurato attraverso sistemi pubblici, privati o mutualistici, compresi i meccanismi della Politica Agricola Comune (PAC) europea. Tuttavia, queste medie nascondono grandi differenze tra i Paesi: in alcuni Stati membri, le colture e gli allevamenti non godono praticamente di alcuna protezione.

Lo studio conclude che è molto più efficace avere un’assicurazione agricola precostituita, sostenuta da sussidi pubblici pianificati, piuttosto che affidarsi agli aiuti governativi di emergenza, spesso imprevedibili, tardivi e inaffidabili.

“I rischi legati al clima sono una crescente fonte di incertezza per la produzione alimentare. Mitigare questi rischi attraverso meccanismi assicurativi e di de-risking è essenziale per sostenere gli investimenti degli agricoltori europei”, ha dichiarato la Vicepresidente della BEI Gelsomina Vigliotti. “I risultati di questa analisi guideranno le nostre azioni future, mentre intensifichiamo il sostegno per rafforzare la resilienza del sistema agricolo dell’UE”.

Finora il Gruppo BEI ha sostenuto il settore agricolo dell’UE in tre modi principali. Il primo è costituito da prestiti e garanzie alle imprese agricole o da partecipazioni azionarie in esse. Il secondo è il finanziamento di infrastrutture rurali come l’irrigazione e le strade. Il terzo è la consulenza alle autorità pubbliche e alle istituzioni finanziarie su come utilizzare le sovvenzioni agricole dell’UE per attrarre finanziamenti da altre fonti e limitare i rischi, compresi quelli legati al clima.

Il Commissario UE per l’agricoltura e l’alimentazione, Christophe Hansen, ha dichiarato: “Il cambiamento climatico e le sue conseguenze potrebbero limitare l’accesso degli agricoltori ai finanziamenti, in quanto le banche potrebbero diventare ancora più riluttanti ad assumere rischi di quanto non lo siano oggi. Lo studio che pubblichiamo oggi insieme alla BEI mostra che solo il 20-30% delle perdite legate al clima sono assicurate da sistemi pubblici, privati o mutualistici. Dobbiamo fare qualcosa per coprire le perdite rimanenti. Incoraggio tutti gli Stati membri a valutare e lanciare nuovi strumenti finanziari nell’ambito dei loro piani strategici della PAC, per prevenire meglio i rischi climatici nel settore agricolo. Accolgo con favore anche il lavoro del Gruppo BEI, che sta svolgendo un ruolo chiave nella mobilitazione di capitali per garantire la resilienza a lungo termine del settore agroalimentare dell’UE”.

Per ridurre i rischi e limitare gli impatti economici sulle comunità agricole e sulle finanze pubbliche, il rapporto raccomanda di ottimizzare l’uso dei dati per migliorare la gestione del rischio; di promuovere a livello europeo l’uso di strumenti moderni per gestire i rischi climatici, come i cat bond e gli accordi di riassicurazione pubblico-privati, che aiutano a proteggere gli agricoltori dalle calamità naturali; e di attuare misure di adattamento climatico scalabili.

Il rapporto suggerisce inoltre che l’UE dovrebbe seguire l’esempio di altri gruppi e governi regionali espandendo l’uso di catastrophe bond e riassicurazioni per proteggere i bilanci europei e avere a disposizione fondi di risposta rapida prestabiliti quando si verificano i disastri, consentendo un recupero più rapido delle comunità agricole.

Inoltre, l’adattamento su larga scala è fondamentale per mantenere la sostenibilità dell’assicurazione sovvenzionata in caso di aumento dei rischi. Tale adattamento è fondamentale anche nelle aree non assicurate dove le perdite dovute agli eventi meteorologici sono frequenti. Occorre anche concentrarsi sul rafforzamento della resilienza climatica, sia a livello aziendale che regionale, se si vuole che l’assicurazione rimanga un’opzione possibile ed efficace.