In Germania si dibatte sull’introduzione di un’assicurazione obbligatoria contro i rischi naturali, ma ci sono ancora molte domande senza risposta. L’Associazione tedesca degli Attuari (Die Deutsche Aktuarvereinigung e.V. – DAV) mette in guardia dal considerare la gestione dei rischi climatici come una semplice risposta ai crescenti rischi climatici. È necessario un concetto globale che comprenda il calcolo del premio adeguato al rischio, la prevenzione e la protezione dell’accumulo, ad esempio sotto forma di riassicurazione statale.
Nell’ambito della sua conferenza stampa digitale annuale, la DAV ha sottolineato che tale copertura assicurativa funzionerà a lungo termine solo se accompagnata da premi ampiamente adeguati al rischio, da una prevenzione efficace e da una protezione sicura dell’accumulo.
In considerazione dell’aumento dei danni causati da piogge intense, inondazioni e altri eventi meteorologici estremi che, a differenza del passato, possono colpire chiunque e ovunque a causa dei cambiamenti climatici, l’accordo di coalizione prevede di istituire l’assicurazione obbligatoria contro i rischi naturali. Da un punto di vista attuariale, molte domande chiave rimangono senza risposta: “L’assicurazione obbligatoria da sola non previene i danni. In assenza di premi adeguati al rischio e di una prevenzione mirata, può addirittura creare falsi incentivi“, afferma il Past President del DAV Maximilian Happacher.
Il DAV invita pertanto i politici a sviluppare un concetto globale che si basi su premi basati sul rischio e che consenta una perequazione dei premi basata sulla solidarietà solo per i rischi estremi. Inoltre, è necessaria una protezione di riserva disponibile in modo sicuro, che potrebbe essere creata sotto forma di un riassicuratore statale supplementare e di una garanzia statale di stop-loss. È inoltre indispensabile una chiara responsabilità del settore pubblico nella pianificazione territoriale e dell’uso del suolo per la protezione dalle inondazioni e la designazione delle aree edificabili, al fine di prevenire in primo luogo l’insorgere di potenziali danni.
“L’assicurazione obbligatoria non è fine a se stessa, ma può funzionare solo in combinazione con la responsabilità dello Stato, modelli di rischio efficaci e premi adeguati al rischio”, ha riassunto Happacher. “La perdita migliore resta quella che non si verifica”.