Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Le più verdi di tutti, e forse non stupisce, sono la compagnia dei Paesi Bassi Nationale Nederlanden (11%) e l’austriaca Uniqa (10,88%). Ma anche le assicurazioni italiane escono, a sorpresa, con voti alti dal primo esame green dei loro investimenti: Unipol ha una quota del 3,8%, Generali è al 3,6% e Reale Group all’1,8% meglio delle francese Axa (0,95%) o delle tedesche Talanx e Allianz, rispettivamente al 0,86% e all’1,49%. Nel 2023, per la prima volta, le compagnie europee hanno dovuto esplicitare nei loro bilanci di sostenibilità la quota dell’attivo che può considerarsi allineata alla tassonomia europea sulla base del fatturato complessivo. «La tassonomia ad oggi copre i sei obiettivi ambientali dell’agenda 2030 dell’Onu, ovvero mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine, la transizione verso un’economia circolare, la prevenzione e il controllo dell’inquinamento e la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi», spiega Angelo Doni, partner della società di consulenza Oliver Wyman, «Tuttavia essendo stati pubblicati prima i criteri di vaglio tecnico per i primi due obiettivi, nel 2021, e solo l’anno scorso quelli per gli altri quattro obiettivi, per i bilanci 2023 gli indicatori chiave sugli investimenti fanno riferimento solo a quelle attività che possono contribuire alla mitigazione o all’adattamento ai cambiamenti climatici, ovvero ai primi due obiettivi appunto».
Se il bilancio di sostenibilità contiene informazioni non corrette c’è il rischio di contestazioni penali per gli amministratori che firmano il documento? La questione è spinosa e aperta perché «i parametri e gli indicatori in base ai quali bisogna elaborare le informazioni non finanziarie non sono ancora definiti e un bilancio dovrebbe essere considerato falso quando induce in errore sullo stato di salute finanziaria della società», dice Armando Simbari, penalista founding partner di Simbari Avvocati Penalisti.
Intesa Sanpaolo, guidata dall’ad Carlo Messina, ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 2,3 miliardi (+17,6% anno su anno), battendo il consenso Bloomberg di 2,076 miliardi. L’utile operativo si è assestato a 6,73 miliardi su attese di 6,61 miliardi, il margine di intermediazione (Nii) per 3,93 miliardi è sopra le attese di 3,91 miliardi. Le commissioni nette del trimestre sono di 2,27 miliardi (attese per 2,17 miliardi), mentre gli accantonamenti per perdite su crediti a 236 milioni risultano sensibilmente sotto le attese per 358,5 milioni. Il rapporto fra costi e ricavi al 38,2% batte anche in questo caso le stime (39,8%). Sul fronte dei crediti deteriorati, il npl ratio al 2,3% è in linea.
Più mutui e più verdi. E anche più surroghe. La competizione tra le banche per accaparrarsi nuovi clienti, cioè i futuri mutuatari oppure chi pensa alla surroga, si combatte infatti soprattutto in questo segmento, ormai presidiato da tutte. Complice infatti il calo dei tassi Irs, cui sono legati i mutui a tasso fisso, gli istituti di credito oggi riescono a proporre tassi molto più convenienti rispetto a un anno fa. Il recente ok alla direttiva Ue che fissa target stringenti sui consumi energetici delle abitazioni, e da raggiungere entro pochi anni, unito al drastico ridimensionamento del Superbonus (o meglio alla cancellazione di cessione del credito e sconto in fattura) del resto spingono in questo senso. In altre parole nei prossimi anni tutti saremo chiamati a migliorare le caratteristiche energetiche delle nostre case, ma senza poter contare sugli aiuti del passato: meno sconti fiscali e nessuna possibilità di cedere il credito, misura che di fatto corrispondeva a una forma di finanziamento per chi non disponeva della liquidità necessaria per pagare i lavori di ristrutturazione.  Lo segnalal’ultimo rapporto di Crif (il sistema di informazioni creditizie che analizza le richieste alla centrale rischi) sottolineando l’inversione di tendenza registrata dal mercato nel primo trimestre 2024: +1,9% la richiesta di mutui rispetto allo stesso periodo del 2023 e addirittura quasi +7% (+6,9%).
Preponderanti, anzi dominanti. E a che prezzi. In Italia banche e reti di consulenti controllano i canali di distribuzione dei fondi comuni. Sono onnipresenti (si vedano i grafici in pagina); uno stato di fatto che comporta una serie di vantaggi e svantaggi. Come non apprezzare la competenza del gestore, che assicura portafogli diversificati e sa ricalibrare la rotta degli investimenti quando i mercati sono in tempesta. Ma non sempre questo accade al giusto prezzo, soprattutto in Italia, che secondo l’ultima indagine biennale di Morningstar (condotta su 26 Paesi) ha gli oneri dei comparti azionari più costosi (la spesa è in media dell’1,92%). Il caro-fondi è legato proprio alla presenza radicata di reti di consulenza e banche nei canali di distribuzione. Due soggetti non sempre separati, perché spesso le prime sono gestite dai grandi istituti di credito come filiali. Anche la contropartita chiesta ai clienti è identica: pagare una serie di commissioni che non andrebbero versate (o sarebbero più contenute) in caso di approccio fai-da-te, come con le piattaforme di trading. Sempre a costo di rinunciare alla consulenza degli esperti.
Quest’anno Larry Fink, presidente e ad della società di gestione più grande al mondo, BlackRock, ha dedicato metà della sua tradizionale lettera agli investitori proprio alle infrastrutture. Fink ha sottolineato che questo settore rappresenta una delle due delle maggiori sfide economiche globali della metà del 21° secolo, accanto alla previdenza integrativa in risposta all’allungamento della vita che occupa l’altra parte della lettera.
Un punto di osservazione di rilievo sulle infrastrutture, anche per quanto riguarda il mercato italiano, è quello di Axa Investment Management Alts, la società del gruppo Axa Im specializzata negli investimenti alternativi con un patrimonio gestito di 183 miliardi di euro, di cui 84 miliardi di immobili, 88 miliardi di private debt e 11 miliardi in infrastrutture e private equity. «Siamo tra i gestori di investimenti alternativi più grandi a livello mondiale, con un portafoglio immobiliare numero uno in Europa», afferma Justin Curlow, global head of research and strategy di Axa Im Alts. Forte la presenza in Italia dove il portafoglio immobiliare vale 3,6 miliardi di euro.
L’Europa si avvicina alle elezioni di giugno. Quale può essere il loro impatto sulla previdenza complementare? MF-Milano Finanza ne ha parlato con Francesco Briganti, segretario generale della Cross Border Benefits Alliance-Europe (Cbba-Europe), associazione che interagisce con le istituzioni Ue per conto dei suoi membri, che sono sia società industriali che finanziarie. È anche membro di Opsg (Occupational Pensions Stakeholder Group) ed Eiopa, l’autorità europea di vigilanza su assicurazioni e fondi pensione.
La luna di miele tra mercato e banche non è mai stata forte come nell’ultimo anno e mezzo. L’impennata dei tassi di interesse iniziata con l’inizio delle strette da parte della Bce ha infatti messo il turbo ai bilanci bancari, che hanno mostrato numeri da record. Il tutto si è riflesso nelle performance in borsa: considerando solo i primi mesi del 2024 il titolo Bper si è apprezzato del 59%, quello di Mps (complice la privatizzazione) del 47%, Unicredit del 43%, Intesa Sanpaolo del 34%. Fuori dall’italia, Sabadell è cresciuta del 56%, Commerzbank del 28%, Santander del 26%, Jp Morgan del 14%, BofA del 12%. Secondo un report di Morningstar, «il trend rialzista dei bancari europei si spiega con il fatto che gli investitori sono consapevoli che questo segmento di mercato sia molto meno rischioso che in passato». Gli investitori, osserva l’analista Johann Scholtz, «sembrano aver compreso che la redditività delle banche europee è strutturalmente migliorata dopo aver sofferto un lungo periodo di tassi di interesse estremamente bassi».
  • Life Cash punta alla rendita vitalizia
Mediolanum Life Cash è un contratto di assicurazione di rendita vitalizia immediata
e rivalutabile. La polizza prevede l’investimento del premio nella gestione separata Medinvest (di Mediolanum Vita), la cui composizione è principalmente di natura obbligazionaria. A fronte del premio dovuto dal contraente in unica soluzione alla sottoscrizione del contratto, la compagnia si impegna a corrispondere al beneficiario designato, coincidente con l’assicurato, una rendita annua vitalizia immediata pagabile fino a che l’assicurato/beneficiario sia in vita. Il contraente può richiedere, a sua scelta, una delle seguenti rendite: vitalizia, vitalizia reversibile, certa 5 anni e poi vitalizia, certa 10 anni e poi vitalizia.

Le sanzioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per violazioni della normativa a tutela del consumatore superano, per il secondo anno consecutivo, quelle irrogate per violazioni del diritto della concorrenza. La piattaforma di whistleblowing è alla base della maggior parte dei procedimenti avviati dall’AGCM per accertare possibili “cartelli” ed altre intese restrittive della concorrenza. Nel 2023 l’AGCM ha concluso in totale 101 procedimenti istruttori nell’esercizio delle sue attività di tutela della concorrenza e dei consumatori, irrogando sanzioni per oltre 70 milioni di euro. In 32 casi, su un totale di 86 procedimenti, l’AGCM ha accertato l’esistenza di infrazioni commesse dalle imprese a danno dei consumatori, per le quali ha irrogato oltre 40 milioni di euro di sanzioni pecuniarie. Ad esse si aggiungono gli oltre 2 milioni di sanzioni applicate per inottemperanza alle misure precedentemente imposte dall’Autorità.
Société Générale ha chiuso il primo trimestre con ricavi per 6,6 miliardi di euro, in calo dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’utile netto è sceso del 16% a 917 milioni. I ricavi del settore Retail, private banking e assicurazioni francese evidenziano una flessione del 3,5% a 2 miliardi di euro. La divisione Global banking and investor solutions ha riportato ricavi per 2,6 miliardi, in diminuzione del 5,1% su base annua, mentre l’unità International retail banking è rimasta stabile a un miliardo. L’utile operativo è ammontato a 1,26 miliardi (-11,7%). Il Cet 1 era al 13,2%.

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A marzo continua la corsa dell’occupazione, ma cambia direzione, perché 55 mila dei nuovi 70 mila occupati sono autonomi. Il tasso di occupazione raggiunge un nuovo record nelle serie Istat, arriva al 62,1%, anche se si mantiene la consueta enorme distanza tra quello delle donne (lentamente risalito al 53%) e degli uomini (71,1%). In numeri assoluti, si traduce in 23 milioni 849 mila lavoratori, 425mila in più rispetto all’anno scorso. Tra le file della maggioranza è tutto un giro di auto- congratulazioni per i dati positivi: «Siamo soddisfatti e incoraggiati dai numeri che ancora una volta confermano la crescita dell’occupazione, con un nuovo record, e la diminuzione della disoccupazione», commenta la ministra del lavoro Marina Elvira Calderone.

Netto aumento dei reclami dei clienti delle assicurazioni nel 2023. Lo rende noto l’Ivass che ha raccolto i dati delle compagnie italiane ed estere che operano in Italia. I reclami sono stati in totale 107.564 con un incremento di circa il 10,9 per cento. La peculiarità del 2023 è l’aumento dei reclami nei confronti delle compagnie italiane (+14,5%) che ammontano ad oltre 89mila mentre calano quelli nei confronti delle compagnie estere che invece avevano registrato un ’balzo’ nel 2022. L’analisi per rami assicurativi mostra che la gran parte dei reclami riguardano il comparto danni e nello specifico la Rc Auto: 45,3% del totale, seguita dagli altri rami danni (39,7% del totale) mentre i reclami per le polizze Vita ammontano solo al 15% del totale.

È uno degli incubi peggiori di chi possiede una carta di credito. Scoprirne lo smarrimento o il furto e non riuscire a bloccare la card lasciando ai truffatori più tempo per spendere i propri soldi. Secondo l’ultimo report disponibile della Bce, che si concentra sui dati relativi al 2020 e al 2021 forniti da 20 operatori di sistemi di pagamento, ben l’84% delle frodi è di tipo “card-not-present”: la sottrazione di denaro in questi casi è condotta a distanza tramite pagamenti online e telefonici, utilizzando i dati della carta ottenuti con truffe come il phishing. In sostanza i malfattori usano i dati della card per effettuare acquisti non autorizzati, prelievi falsi o rivendono le informazioni stesse ottenute.
«L’Arbitro ha più volte ricordato che la normativa sui servizi di pagamento prevede una serie di obblighi sia per i clienti sia per gli intermediari – spiega Magda Bianco, capo del dipartimento per la tutela dei consumatori di Bankitalia -. Ai clienti è imposto di usare gli strumenti e i servizi di pagamento in modo diligente, rispettando le previsioni del contratto, adottando misure idonee ad assicurare la segretezza delle proprie credenziali e comunicando tempestivamente alla banca l’esecuzione di operazioni non autorizzate. Gli intermediari devono predisporre sistemi di sicurezza che impediscano a terzi di accedere ai dispositivi personali dei clienti e di utilizzare gli strumenti di pagamento a seguito della comunicazione dell’operazione disconosciuta».
Ben 38 miliardi di spesa pubblica e altri 33 miliardi di spesa privata sono oggi destinati all’assistenza di persone non autosufficienti. Somme equivalenti al 3,7% del Pil tricolore, tenendo conto della spesa (spesso in nero) per le badanti. Viaggia invece su valori marginali (178 milioni) la cosiddetta spesa intermediata, vale a dire quella per il pagamento di polizze sanitarie o di quote per iscrizione a mutue o fondi integrativi da parte degli italiani. La situazione italiana non è confortante. L’esposizione al rischio di non autosufficienza delle persone aumenta e le risorse pubbliche per offrire adeguata assistenza sono in diminuzione. L’Ivass, l’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni, sta portando avanti uno studio con le Università di Venezia e La Sapienza di Roma per calcolare l’esposizione al rischio di non autosufficienza degli italiani e arrivare a stimare il costo di una copertura universalistica per tutta la popolazione. L’obiettivo – una vera e propria sfida – è formulare una proposta di legge da sottoporre al Governo e al Parlamento, come è stato annunciato in anteprima dal consigliere Ivass, Riccardo Cesari, al Congresso nazionale di ConfConsumatori.
Ancora molti punti interrogativi sull’obbligo di dotarsi di polizze di copertura sulle catastrofi previsto per le aziende italiane dalla Legge di Bilancio 2024, in vigore dal 1° gennaio 2024. Un provvedimento che, come è noto, ha istituito con l’articolo 1, ai commi 101-111, l’obbligo, per le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, tenute all’iscrizione nel relativo Registro, di stipulare, entro il 31 dicembre 2024, contratti assicurativi a copertura dei danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché attrezzature industriali e commerciali direttamente causati da eventi quali i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni. Un obbligo per il quale a distanza di circa sette mesi dalla scadenza del termine (salvo proroghe) non si sa ancora nulla o quasi: manca il perimetro esatto e molti altri dettagli delicati soprattutto nel settore assicurativo dove i danni da catastrofi stanno diventando un vero problema planetario.